Il discorso di Giorgia Meloni che non piace a tutte le donne: perchè i cognomi sono importanti

Ieri, martedì 25 ottobre, Giorgia Meloni ha fatto il suo discorso alla Camera dei deputati per la Fiducia al suo governo. La presidente, durante il suo discorso, ha omaggiato delle donne facendo dei nomi: Cristina, Rosalie, Alfonsina, Maria, Grazia, Tina, Nilde, Rita, Oriana, Ilaria, Mariagrazia, Fabiola, Marta, Elisabetta, Samantha, Chiara. Nomi a cui non è stato assegnato nessun cognome da parte della Meloni. Inutile dire che sui social è immediatamente scoppiata la polemica, soprattutto da parte delle femministe. Perché la Presidente non ha citato i cognomi? Maura Gancintano di Tlon ha trovato la scelta infelice, seppur coerente. Il problema non è stato solo questo, il problema è che gli uomini citati dalla Meloni, hanno avuto un nome e un cognome, mentre per le donne, sembrava “bastasse” solo il nome.

Femministe contro il discorso di Giorgia Meloni: cosa è successo

Maura Gancitano ha sottolineato il fatto che Giorgia Meloni non ha specificato di quali donne stava parlando. Per questo la donna si chiede se, se fossero stati degli uomini, avrebbe comunque utilizzato solo i nomi di battesimo. La risposta che si è data è no. Una vera e propria denuncia di Tlon, come si può attentamente vedere ed ascoltare nell’ultimo post che è stato pubblicato sul loro profilo Instagram, con il video della spiegazione di quanto accaduto. Ma gli indignati sono tanti. Anche una ex deputata del Partito Democratico, Giuditta Pini. “Meloni fa l’elenco delle donne italiane che hanno fatto la storia del nostro paese citandole solo con il nome di battesimo: è l’emblema di tutto. Così magari chi pensa che basti essere donna per essere femminista, la pianta” queste le parole che ha voluto condividere sul suo profilo social.

Carolina Capria, nota scrittrice oltre che divulgatrice, ha espresso la sua opinione. “Giorgia Meloni sa come usare ben la comunicazione e quello che vuole fare è ribadire a tutti che il potere è maschio e che le donne possono ambire a ruoli di spicco solo se dimostrano di accettare le regole del patriarcato e se ne fanno portatrici” ha detto. Parole molto dure, insomma. Che però sono condivise da gran parte di italiane e non.

Una discussione, quella nata in queste ore, che ruota intorno a delle consuetudini sbagliate, che esistono nel nostro paese. Quando parliamo di una professionista donna, ci possiamo permettere di farlo solo citando il nome. Eppure, avete mai sentito qualcuno chiamare il Presidente Mattarella, solo Sergio? O avete mai sentito chiamare un calciatore solo per nome, o un conduttore, o un ciclista, o un cantante? Il tema è questo: bisogna riconoscere le donne e gli uomini per quello che sono, senza differenze. E il cognome, resta fondamentale.

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