Lo ha raccontato più volte Ambra in questi ultimi anni. Ha scritto un libro per provare a spiegare quello che ha vissuto in anni in cui avrebbe dovuto essere solo una ragazzina come tante, forse più fortunata di altre visto quello che le stava succedendo, grazie alla fama. E invece il successo per Ambra ha portato le copertine sui giornali, i servizi in tv ma anche le critiche feroci di chi le faceva notare il suo peso altalenante. Per mesi è stata definita cicciona e grassa, senza che nessuno si rendesse conto delle conseguenze di quelle parole su una ragazzina così giovane, già fragile ancora prima di diventare l’Ambra di Non è la Rai. Oggi, torna indietro nel tempo Ambra, posta alcune immagini del tempo, dagli articoli di giornale ai video in tv e si rende conto di come un tempo, gli haters peggiori, erano quelli che con le penne in mano, scrivevano dei volti noti. E hanno scritto anche di lei. Ferendola, facendole del male, distruggendo una ragazzina che voleva solo essere più leggera, non nel corpo, ma nell’anima.
Lo sfogo di Ambra sui social
Ieri con queste parole su instagram, Ambra ha provato a raccontare che cosa pensa: “Ripercorrendo la mia storia, con l’aiuto del mio amico @fabiomarantino ( prezioso come non mai) , mi sono resa conto dell’ ipocrisia della tv e di certa carta stampata; probabilmente non si può più dire niente solo perché avevano già detto tanto…troppo. Se in quel periodo, avevo solo 17 anni, qualcuno mi avesse fatto notare che non ero più “spensierata” invece di sottolineare ovunque quanto io fossi diventata grassa, avrei cercato di tornare ad essere più “mia“ che di tutti.”
Una riflessione che è un invito a riflettere quello di Ambra che oggi su instagram scrive: “Il problema di oggi, si dice ovunque, sono gli haters, ma c’è qualcuno che molto tempo fa gli ha evidentemente fatto scuola. Questo post non è per vittimismo che lo scrivo, ma per rimettere a posto le cose. Io alla fine ho vinto una guerra che non doveva nemmeno essere combattuta “.
Tra i commenti ricevuti anche l’appoggio di Tiziano Ferro, anche lui vittima dello stesso meccanismo.
