Patrizia Mirigliani di Miss Italia, anche per questa nuova edizione del concorso, ha deciso di assegnare le fasce di Miss Coraggio a delle donne che di coraggio nella loro vita ne hanno dimostrato tanto. Storie forti, donne vive per miracolo, donne con disabilità. L’esempio che sicuramente ricorderete più facilmente è quello della più nota Gessica Notaro a cui venne consegnata la stessa fascia nel 2017. Ma vediamo a quest’anno. Tra le varie fasce, una è arrivata anche per Anna Adamo. La 27enne laureata in Giurisprudenza e con un master in Criminologia e Scienze Forensi, crede che la fascia di Miss Coraggio non sia affatto inclusiva e ha spiegato le sue motivazioni a Vanity Fair.
“La fascia di Miss Coraggio, attribuita a ragazze con disabilità che non se ne vergognano e l’hanno accettata al punto da partecipare ad un concorso in cui la perfezione estetica fa da padrone, e a ragazze che si sono liberate di un ex violento, è inadeguata, perché non fa altro che mettere in risalto la diversità di queste ragazze. Che, in realtà, sono davvero belle e dovrebbero partecipare al concorso per la bellezza, e non per il coraggio che hanno avuto nell’accettare una disabilità o nell’essere riuscite a emanciparsi da un ex pericoloso. Tutto questo, con il coraggio, ha ben poco a che fare. Spesso si accetta una disabilità o ci si libera di un fidanzato violento perché non si ha altra scelta. Si vuole far passare l’assegnazione di quella fascia come un atto inclusivo, ma in realtà non lo è affatto” ha così affermato Anna Adamo a tal proposito. Poi la donna ha spiegato meglio il suo pensiero, le sue esperienze, le sue riflessioni su un tema sensibile e forte come questo.
Per chi non lo sapesse, è giusto chiarire che Miss Italia è aperto anche a ragazze disabili. La Adamo ha sottolineato però che il concorso è aperto solo ad alcune disabilità perché le donne devono deambulare in maniera corretta. Anna ha quindi spiegato che se Patrizia Mirigliani avesse voluto rendere questa fascia davvero inclusiva avrebbe dovuto permette anche alle ragazze con qualunque tipo di disabilità o di storia forte, di partecipare a Miss Italia, così come tutte le altre, e avere quindi anche l’opportunità di contendersi la vittoria finale. “L’ unica cosa di cui le donne con disabilità hanno bisogno è non essere definite donne con disabilità, ma semplicemente donne, come tutte le altre, perché è questo che sono“ ha affermato.
Anna Adamo ha detto che lei non pensa di essere bella e per questo motivo non parteciperebbe mai ad un concorso di bellezza. Nonostante questo, un po’ di tempo fa è stata a Miss Italia, non come concorrente ma per poter rappresentare delle ragazze disabili: “Mi sono presentata alla selezione solo per rappresentare loro che, nonostante desiderino partecipare, non hanno il coraggio di farlo. Purtroppo, però, non è servito a nulla, perché niente è cambiato: il regolamento di Miss Italia è sempre lo stesso“.
L’inclusività ancora non esiste, ha spiegato Anna Adamo. “Tutto ciò che è stato fatto fino ad ora ed è stato fatto passare per inclusione non è altro che un nauseabondo tentativo di inclusivity washing. E Miss Italia non è adeguato al presente, perché finge di essere inclusivo. Lo sarebbe se potessero parteciparvi le persone con ogni tipo di disabilità o con qualunque tipo di storia alle spalle, perché non esistono disabilità o storie di serie A e di serie B” ha così concluso.
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