Nell’edizione del Tg1 di ieri sera è andato in onda un servizio dedicato al caso del bambino abbandonato in ospedale a Latina. Una donna, che tra l’altro non è detto sia la madre, non c’è nulla di ufficiale che possa dimostrarlo ( come si sottolinea anche nel servizio del Tg1 che parla con il condizionale), porta la carrozzina in ospedale. Per qualche istante si siede accanto al bambino. Ha il volto coperto della mascherina e indossa un velo, circostanza che lascerebbe anche pensare a una donna islamica. Si siede accanto al piccolo, usa il cellulare e poi va via. Tutto questo è stato immortalato dalle telecamere dell’ospedale e qualcuno quelle immagini le ha cedute poi al Tg1. Ma c’era davvero bisogno di vedere passo dopo passo tutti i momenti in cui questa donna si è distaccata presumibilmente dal suo bambino, lasciandolo in un posto sicuro?
Il piccolo abbandonato in ospedale a Latina sta bene
I carabinieri di Aprilia, guidati dal colonnello Paolo Guida, hanno segnalato l’accaduto al Tribunale dei minori e durante la notte il neonato è stato accompagnato in una casa famiglia in un’altra località del Lazio che ora si prenderà cura di lui. Intanto vanno avanti le indagini per risalire all’identità della donna che lo ha abbandonato. Dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza si vedrebbe la donna, con il volto coperto da mascherina e con un foulard sulla testa, allontanarsi a passo svelto.
In questo moment storico in cui tanto si parla di gogne mediatiche, ci poniamo quindi una domanda: mostrare a tutti quel video è cosa buona e giusta? Perchè magari la donna è in pericolo e potrebbe anche rischiare di subire delle violenze, se a riconoscerla in tv fosse la persona sbagliata. E’ vero che quello non è il posto in cui si “affidano” i bambini scegliendo l’anonimato, che il piccolo è stato abbandonato commettendo un reato. Ma era davvero necessario mostrare le immagini in diretta nazionale, di fronte a 5 milioni di spettatori, con il medesimo video che oggi è su tutti i principali siti nazionali?
Bisognerebbe ricordare che dietro a un gesto simile, dietro alla scelta di una madre, di una donna, di lasciare un figlio, c’è sempre altro. E non possiamo escludere che quelle immagini abbiano condannato la donna a qualcosa di ben più grave di una indagine a suo carico.