Camilla Läckberg stata costretta nelle ultime ore, a usare i social per rispondere alle accuse di chi, soprattutto in patria, l’accusa di non scrivere in prima persona i suoi romanzi. Ora, chi conosce il mondo della scrittura sa bene, che dietro alla mano di una scrittrice di successo, si nasconde un editor spesso ancora più bravo. E in tantissimi casi, soprattutto se si pubblicano così tanti romanzi, come ha fatto la scrittrice svedese, nel corso degli anni, si notano le differenze. Di stile e di scrittura che in alcuni casi, rappresentano la maturità dello scrittore, in altri, l’evoluzione del sui stile con l’influenza dell’editor che lo segue.
Di base, funziona così: lo scrittore di grande successo ha una idea, scrive una bozza. Nel migliore dei casi si affida all’editor solo per le correzioni del libro, nel peggiore invece, se lo fa scrivere in modo quasi integrale. In quel caso però l’editor è un vero ghostwriter, più che un “aiutante”. Nel caso di Camilla Läckberg, le accuse mosse dalla stampa svedese sono davvero molto forti: secondo i suoi detrattori, dietro i libri di successo mondiale, ci sarebbe la mano del suo editor. Non sarebbe dunque farina del suo sacco, una accusa che Camilla Läckberg ha respinto in modo deciso.
Io sono una grande appassionata del genere e ho letto tutti i libri di Camilla Läckberg, tranne l’ultimo Mirage, uno di quelli finito nel mirino della critica. Con il passare del tempo ho notato un forte cambiamento nello stile della scrittrice e l’ho però attribuito al fatto che ci siano collane diverse, quelle degli omicidi Fjällbacka ad esempio, completamente diversi da quelli della serie Faye ma con una impronta riconoscibile. Una impronta che invece non ho trovato ne Il codice dell’illusionista, il romanzo scritto a 4 mani da Camilla Läckberg e Henrik Fexeus. Questo ultimo romanzo ad esempio, l’ho trovato molto banale, troppo prolisso e decisamente meno avvincente degli altri. Stesse considerazioni che qualcuno in Svezia ha fatto, dubitando della scrittura di Camilla Läckberg ?
Sembrerebbe che in Svezia siano convinti del fatto che ci sia il suo editor, dietro ai romanzi di successo, e che con un software, lo si possa anche dimostrare.
Io ho pensato invece che ci potesse stare, che un romanzo può essere meno avvincente dei 20 precedenti, che la scrittura a 4 mani non sempre possa funzionare; che forse era una questione di gusto…Lapo Lappin invece, un giornalista svedese, è convinto che Camilla Läckberg non scriva i suoi romanzi in prima persona. Il giornalista ha usato l’intelligenza artificiale per fare l’analisi sui libri della scrittrice svedese e ha tratto le sue conclusioni: «Ho osservato per lungo tempo i puntini colorati sullo schermo», ha raccontato Lappin. «I risultati sono diventati chiari: due libri si distinguono dagli altri. È probabile che siano stati scritti da qualcun altro. Läckberg ha un ghostwriter».
Secondo una parte di stampa svedese, che ha analizzato questi risultati e anche altri romanzi, esisterebbe una somiglianza più che sospetta fra Donne che non perdonano di Läckberg e i gialli che lo stesso Pascal Engman ha pubblicato in passato. Per chi non lo sapesse, Engman è il suo editor.
Per 20 anni ho vissuto in doppi mondi. Un mondo all’estero, dove i miei libri vengono spesso elogiati, anche in contesti di alta cultura. E un mondo in Svezia dove sarò costantemente attaccata da “persone colte” che vogliono sostenere quanto sia pessima la mia scrittura. (Nuovo esempio del fine settimana qui nelle immagini, il testo è un estratto dalla rivista Kvartal, di uno scrittore di nome Ola Wong.) Dicono che non sono uno “stilista” abbastanza bravo e quindi comprensibilmente non merito il mio successo e tanti lettori. I lettori hanno semplicemente torto. In accordo con loro. Il mio linguaggio è troppo semplice, troppo quotidiano. In accordo con loro. Ciò che manca in questa equazione è che uno scrittore dovrebbe essere prima di tutto un NARRATORE! Ed è proprio lì che sta la mia forza. Sono un narratore, non uno stilista. E io stessa non ho mai affermato il contrario. Il mio linguaggio quotidiano è un buon vettore per le mie storie. Non ho mai avuto l’ambizione di vincere il Premio Nobel per la Letteratura. E ho detto la stessa cosa nel corso degli anni: preferirei avere molti lettori soddisfatti piuttosto che pochi recensori/scrittori culturali soddisfatti. Quindi sì. Gli gnomi della cultura possono preoccuparsi quanto vogliono del mio stile. Ragazzi autori, che recentemente @davidlagercrantz_official possono attaccarmi quanto vogliono. Ma sono orgogliosa del mio successo come scrittrice e narratrice. E sono così grata per tutto il supporto che ho ricevuto dai miei lettori. E gli scrittori culturali? Sì, possono semplicemente continuare a lamentarsi del mio modo di scrivere…
Questa l’accesa risposta della scrittrice dopo alcuni articoli di giornale pubblicati in Svezia.
Non è del resto la prima volta che Camilla Läckberg riceve accuse di questo genere. In Svezia è stato pubblicato un romanzi, Ghostwriter, scritto nel 2021 da Håkan Lindgren che era proprio una bordata velenosa alla scrittrice dei record. Qual è la trama di questo romanzo? Nel libro, una scrittrice svedese di successo, chiamata «la regina dei polizieschi», nasconde un segreto: i suoi libri sono scritti dal collaboratore, che è sempre sull’orlo di rivelarsi ai lettori come il vero autore dei romanzi…Non ci resta che aspettare, l’editor/ghostwriter della Läckberg si rivelerà?
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