Come investire sulla parità di genere? E perché investire sulla parità di genere è così importante? Ancora. E’ sufficiente la corsa alla crescita dei numeri nelle posizioni di spicco? La parità di genere è argomento complesso che si muove sia su un piano sociale che economico e accende i riflettori sulla necessità della presenza delle donne in ruoli chiave.
Soprattutto in un’ottica di valore aggiunto qualitativo per la risoluzione delle sfide che l’attuale contesto economico, politico sociale sta ponendo. Ma allora come possiamo risolvere la parità di genere?
E’ ormai noto come la parità di genere abbia un effetto positivo sulla redditività. E, anche, che le imprese diversificate in termini di genere ottengano risultati migliori anche dal punto di vista della performance.
Per questo motivo sempre più società stanno riflettendolo anche in scelte di investimento.
Da qui l’idea di rendere la parità di genere un sottostante. Ovvero uno strumento su cui investire.
Mettendo a disposizione degli investitori strumenti a sostegno del ruolo delle donne all’interno della forza lavoro e investire in aziende contraddistinte dalla diversità.
Un esempio?
ETF sull’uguaglianza di genere.
O fondi che puntano sull’investimento che promuove la parità di genere ( Nordea 1 Global Gender Diversity Fund EUR BP Acc, RobecoSam, BNP ParisBas Inclusive Grouth Classe Classic Eur Acc, solo per citare i più famosi) . L’attenzione, infatti, si sta spostando dal piano etico e sociale a quello economico, dimostrando a suon di numeri come una diversificazione in termini di genere all’interno delle aziende sia associata a risultati finanziari nettamente migliori.
Vantaggi non ancora del tutto pienamente riconosciuti anche se uno (dei tanti studi) condotti, nel 2020, ha preso in esame l’indice Russel 1000 ( che contiene le 1000 più grandi aziende USA) dimostrando come le aziende diversificate sul piano del genere abbiano sovraperformato le altre del 3%.
Una cifra di tutto rispetto.
Da prendere in considerazione in un portafoglio ben bilanciato.
Al momento ci sono 3 ETF che investono sulla parità di genere:
Questi Exchange Traded Fund investono in società che sono al top nell’uguaglianza di genere.
Il che, detto facile, significa che l'”assemblamento” di questi strumenti valuta la presenza delle donne nei consigli di amministrazione e nei ruoli manageriali rispetto al totale dei dipendenti. A questi criteri si aggiungono altri quali la parità retributiva, il bilanciamento vita lavorativa e vita privata, ecc…
L’indice di riferimento, cioè l’andamento del sottostante che replica l’ETF, è il Solactive Equileap Global Gender Equality 100 Leaders Index.
Che racchiude 100 società con il rating migliore in termine di sostenibilità e parità di genere.
Aldilà dei tecnicismi ( facilmente reperibili ) il dato interessante è che questo indice nel corso degli anni ha battuto il ben più famoso e gettonato MSCI World di ben18 punti!
Dove acquistare gli ETF che investono sulla parità di genere?
Sulla Borsa europea è quotato ’UBS Global Gender Equality (ISIN: IE00BDR5H073).
Si tratta di un ETF che replica l’indice Solactive Equileap Global Gender Equality 100 Leaders Index, di cui abbiamo parlato.
La replica è fisica e totale.
La sua caratteristica ad accumulazione, consente di sfruttare pienamente l’interesse composto e, quindi, si adatta bene ad un investimento di lungo periodo. Questo perché i dividendi vengono accumulati e vanno ad implementare il capitale iniziale investito, sulla cui totalità vengono calcolati gli interessi.
Quindi da questo punto di vista è ottimo anche per chi voglia iniziare un PAC ( piano di Accumulo diluito nel tempo)
Inoltre i costi di gestione sono piuttosto contenuti e offre la copertura valutaria. Cioè mette al riparo i tuoi investimenti dai rischi derivanti dalla fluttuazione valutaria.
Perché la parità di genere è un fatto sociale di grande importanza.
Ma anche un fatto economico cruciale, in grado di fare la differenza. E le donne sono una risorsa imprescindibile per la ripresa economica.
Investire sull’uguaglianza, quindi, significa sostenere con i fatti, e non solo a parole, un modello di società libero, non sessista e non discriminatoria.
E perché è un importante cambio culturale. Che, finalmente, veda la presenza femminile in posizioni ai vertici come una necessità per il bene comune. Un vantaggio per l’interesse pubblico, grazie ad un’ottica differente in grado di apportare grandi benefici in una molteplicità di campi.
Dal clima e la cura del pianeta, all’inclusione, alla lotta alla povertà, pace, giustizia sociale, tutela dei fragili, consumo responsabili. Giacché, alla luce dei fatti, il modello attuale sembra aver fallito.
In sostanza, la semplice corsa alla crescita numerica delle posizioni di spicco non basta più.
E senza un adeguato sostegno, che passa anche attraverso l’investire nella parità di genere, questo cambiamento rischia di rimanere un esercizio numerico vuoto e privo di significato.
La società oggi ha bisogno dello sguardo profondo delle donne nell’economia, nella società e nella politica. Sguardo che per essere attivo ha necessità non solo di una presenza quantitativa, ma e soprattutto qualitativa.
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