Che cosa pensano le donne sul tema del social freezing? A rivelarlo è stata una ricerca multidisciplinare fatta da Milano Bicocca e dell’Università degli studi di Padova. Tramite questa ricerca si è indagato su quanto sia effettivamente nota la PMA, ovvero la procreazione medicalmente assistita, per le donne in Italia. In particolare ci si è concentrati molto sulla tecnica del social freezing, ovvero la crioconservazione di ovociti per ragioni non mediche e quali sono i diversi fattori che ostacolano le donne che vogliono diventare mamme. Fattori che possono essere tra i più vasti: economici, psicologici, familiari o magari relativi alla salute. Andiamo a vedere che cosa si è scoperto con questa interessante ricerca.
Lo studio sul rapporto tra social freezing, PMA e donne italiane
La ricerca è stata guidata da grandi professioniste tutte donne: Emanuela Rinaldi che è una docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi di Milano Bicocca presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e diritto per l’Economia; Pamela Tozzo che è una docente di Medicina legale e Bioetica presso l’Università degli studi di Padova e Mariangela Zenga, docente di Statistica sociale, sempre a Milano Bicocca. Insieme ad un gruppo di altre ricercatrici, tra aprile ed ottobre del 2021, si sono analizzati dei questionari. Questionari che sono stati rivolti a donne dai 18 ai 54 anni. In tutto sono stati analizzati ben 608 questionari, tutti anonimi. La maggior parte aveva tra i 30 e i 39 anni. E’ importante sottolineare anche che il campione era formato da donne con una formazione scolastica superiore (33,1% con diploma superiore e il 43,3 % con laurea triennale o anche magistrale), per il 98,2% di orientamento eterosessuale. Il 37,5% di questa donne non aveva figli, il 55,3% ne aveva uno, mentre il 7,2% era in dolce attesa al momento del questionario.
Che cosa ne è venuto fuori? Il 76% di donne che non ha figli, ha un forte desiderio di averne, mentre l’8,4% ne vorrebbe uno ma non fortemente. Quali sarebbero le motivazioni? Per il 28,1% dice che ci stanno provando senza risultati. Il 26% assegna la colpa alla situazione economica precaria. Infine, il 24,9% per l’incertezza della carriera lavorativa.
Ma che cosa hanno detto sul social freezing? il 37,8% di queste donne vorrebbe avere più informazioni sulla tecnica. Dalla ricerca si è scoperto anche che il 68,7% pensa che si tratti di una pratica moralmente accettabile. Il 3,2% è invece completamente in disaccordo.
«In termini di ricadute sociali – afferma Emanuela Rinaldi – la ricerca indica un desiderio di maggiore informazione sul social freezing, specialmente da parte delle più giovani, e persistenti difficoltà nell’avere un figlio, di tipo non solo economico ma anche di tipo fisiologico, a volte legate all’età delle donne che non sempre sanno che la fertilità femminile ha un calo molto significativo secondo le ricerche dopo i 35 anni.».
«Da questo studio – sottolinea Pamela Tozzo – emerge la forte necessità di parlare dei temi della maternità e della fertilità femminile e di continuare la ricerca sulle opinioni delle donne, al fine di contribuire a strutturare anche politiche sanitarie più vicine all’universo femminile, soprattutto per le più giovani».