Julia Elle è tornata. Dopo lo scandalo che l’ha travolta quasi un anno fa, Disperatamentemamma ha deciso di riprendere in mano i suoi social e tornare in rete. Lo ha fatto spiegando le sue ragioni ma dimostrando forse di aver capito molto poco di tutto quello che è successo. Le auguriamo il meglio, di continuare a lavorare, di essere seguita da chi crede a quello che racconta. Ma in questo periodo così delicato per chi lavora sul web e anche per chi da casa legge le storie raccontate, occorre fare anche un altro genere di riflessione. Julia Elle non è tornata su instagram scusandosi per quello che ha fatto, e con quello che ha fatto intendiamo molta fuffa raccontata a chi la seguiva, una vita distorta che non era realmente quella che viveva, bugie raccontate nei libri. Tutto questo lei lo ha chiarito in una sola intervista. Poi il silenzio e i mesi di stop prima di tornare. Lo fa con dei lunghi monologhi sul senso della vita. Legittimi. Se alle sue follower interessano bene così. Ma basta leggere qualche commento per rendersi conto che c’è gente pensante anche a casa.
Oggi Disperatamentemamma, che esiste solo in funzione dei suoi figli e di quello che per 10 anni ha postato sui social, contenuti dedicati interamente a loro ( come lo erano stati anche i libri che le hanno dato la fama) dice di aver sbagliato. Di aver sbagliato a rendere pubblica la vita dei suoi figli perchè chi voleva ferire lei, ha usato loro per colpirla….Queste sono le sue parole. In ogni caso vi invitiamo a leggerle, prima di andare oltre.
Tra l’altro così a essere maligni, verrebbe da pensare, visto che questa vicenda si sta consumando in tribunale, che anche il padre della figlia di Julia Elle abbia chiesto di eliminare i contenuti e che magari non sia stata una scelta così spontanea ecco…Ma questo è un pensiero cattivo ( una follower però si pone la stessa nostra domanda chiedendo: “Ciao Julia, mi permetto di esprimere il mio pensiero con più tatto possibile. Il tuo personaggio è nato grazie ai tuoi figli, hai lucrato sulla loro immagine, li hai esposti per anni, anni in cui forse ancora non si comprendevano le conseguenze di esporre minori sui social. Ora mi chiedo, penso legittimamente, se non fosse successo ciò che è successo pensi che avresti continuato a lucrare sulla loro immagine? Oppure ti saresti comunque resa conto che è sbagliato? E ancora, non li mostrerai più perché davvero ti sei resa conto di ciò che comporta oppure hai solo avuto ripercussioni legali da parte dei padri?“). Ma andiamo per gradi…
Le parole di Julia Elle su instagram:
In questi mesi ho messo in discussione molte delle mie scelte, una di queste è l’esposizione dei bambini sui social. Sapevo perché avevo deciso di far comparire i miei figli, come farli comparire e in che modo sentivo di tutelarli, era una scelta pensata e fatta dieci anni.Un errore è stato credere che sarebbe stata una questione di contenuti. Mai ripresi in momento critici o sensibili, non li avrei mai fatti vedere piangere o litigare, per esempio. È bastato? No. Ho nascosto maldestramente dettagli drammatici della loro vita, creando una narrazione che li escludesse per tentare di tenere nascoste le cose brutte, difficili e private della loro vita, è stato il modo giusto? No. Per anni ho visto l’affetto sincero delle persone che mi seguivano e che si affezionavano a bambini in un modo sincero, ma il mondo non finisce dove finiscono i miei followers e fuori dall’isola felice che credevo di aver creato, sul web loro sono stati un bersaglio facile per chi voleva fare del male a me. Lo avevo considerato? No.
Dieci anni fa nessuno sapeva nulla di come usare i social, nemmeno io, erano come le prime automobili, ci siamo buttati dentro e le cinture non erano nemmeno previste, ma chi è andato a sbattere si è fatto molto male. Mancavano le regole, le stesse che servirebbero oggi più che mai e che nascono dagli errori di chi ha fatto quello che credeva giusto con uno strumento di cui non si conosceva la pericolosità. Per questo circa un anno fa ho scelto di eliminare l’immagine dei miei figli dai social, perché nessuno possa usarli per farmi del male, perché io da queste persone ho il dovere di proteggerli. Avrei dovuto farlo dall’inizio? Si. Penso di aver sbagliato? Si.
Oggi alla luce di quanto ritengo pericolosa l’esposizione dei bambini online mi sento in dovere di portare qui le riflessioni che partono dai miei errori e che spero portino l’attenzione sulla necessità di nuove regole.
Ci permettiamo di condividere il commento di una follower, che riassume in modo impeccabile, quelle che sono state le colpe di Julia Elle ( che ricordiamolo, non si chiama neppure così, ha sempre deciso di non rivelare la sua vera identità, giusto per ribadire alcuni concetti).
Ciao Julia…mi permetto di esprimere il mio modestissimo parere, che ovviamente vale zero in questo contesto. Secondo me, dopo tutti questi mesi di assenza, saresti dovuta semplicemente riapparire dicendo “Eccomi, sto bene. Stiamo tutti bene. I bambini sono cresciuti e sono sereni e con Chris siamo più uniti che mai”… Se ovviamente è questa la realtà in cui vivi. Avresti dovuto scusarti, sì io penso che avresti dovuto, per aver distorto la realtà dei fatti, per non aver raccontato la verità…ma che avevi i tuoi motivi per farlo. Che hai imparato la lezione e due da ora in avanti la tua pagina sarebbe cambiata e sarebbe stata impostata in un modo totalmente nuovo. E poi ricominciare a parlare della.tua quotidianità, del tuo lavoro e della tua famiglia. Tornare invece con questi monologhi lunghissimi sul senso della vita, su gli errori fatti, su quanto i social siano pericolosi…a me onestamente mi sa di falso. Hai fatto la tua fortuna grazie ai social e grazie alle immagini della tua vita e della tua famiglia. loro ti hanno permesso di essere Disperatamente Mamma. È stata una scelta. E se nn ci fosse stata quella vicenda tutto sarebbe continuato a funzionare bene. Ovvio che mettendo la tua vita sotto lo sguardo di tutti, l’hai esposta a giudizi e critiche, ma questo lo sapevi bene
Chiudiamo con questo pensiero di una follower che sintetizza nel migliore dei modi la vicenda:
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