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Donne criminali: la storia di Monique Olivier

Nel mondo oscuro dei criminali seriali, ci sono storie che sfidano la comprensione umana. La storia di Monique Olivier è una di queste. Questo articolo, che inaugura la nostra rubrica dedicata alla “Donne criminali” rivelerà i dettagli più sconvolgenti della vita e dei crimini di Monique Olivier, la complice di Michel Fourniret, uno dei serial killer più noti e temuti in Francia. Ribattezzato il mostro delle Ardenne, Michel Fourniret è stato arrestato grazie alla testimonianza di una delle sue vittime, una ragazzina, riuscita a scappare dal furgone nel quale l’aveva rinchiusa, dopo averla sequestrata. Da quel momento in poi, la polizia, scoprì una serie di omicidi efferati e di crimini sessuali che lasciarono la Francia senza fiato. Accanto al mostro delle Ardenne, sua moglie.

Se in un primo momento si credette che Monique, era una donna manipolata, l’ennesima vittima del mostro delle Ardenne, con il passare del tempo, e con le indagini più dettagliate, si arrivò a ben altre conclusioni.

Donne criminali: la storia di Monique Olivier

Nell’ultimo periodo, si è tornato a parlare di questa bruttissima pagina della cronaca nera francese, anche in seguito all’ottimo lavoro fatto da Netflix, che ha nel suo catalogo una serie dedicata proprio a Monique Olivier e a suo marito, il mostro delle Ardenne. La serie è al momento disponibile su Netflix, il titolo è Il mostro delle Ardenne-Nella testa di Monique Olivier.

Un’Infanzia Turbolenta

Monique Olivier è nata il 31 maggio 1948 a Cogolin, una cittadina nel sud della Francia. La sua vita sembrava iniziare come quella di molti altri, ma presto sarebbe stata segnata da eventi che la avrebbero trasformata in una delle donne più temute della storia criminale francese. Fin dalla giovane età, Monique ebbe una vita familiare difficile e tumultuosa, che contribuì a plasmare la sua personalità e a portarla sulla strada oscura del crimine.

Monique Olivier e l’Incontro con Michel Fourniret

Il destino di Monique Olivier si intrecciò con quello di Michel Fourniret nel 1987, quando si incontrarono e iniziarono una relazione romantica. Fourniret era già un criminale in serie, con un passato segnato da numerosi stupri e omicidi. La relazione tra i due si rivelò essere un incubo per molte giovani donne, perché presto divennero complici in una serie di efferati crimini. Dopo un lungo scambio di lettere, i due decisero di sposarsi, diventando marito e moglie.

Una Vita di Orrore

Monique Olivier e Michel Fourniret commisero insieme una serie di rapimenti, stupri e omicidi di giovani donne e ragazze, principalmente in Francia e in Belgio. Le loro vittime erano spesso scelte casualmente e sottoposte a orribili torture prima di essere assassinate. La loro brutale serie di omicidi durò per diversi anni, gettando una lunga ombra di terrore su entrambi i paesi. Quello che sconvolse, fu il ruolo attivo della donna nei sequestri. Se è vero che spesso suo marito usciva per andare a “caccia di vergini” come raccontava lui, è altrettanto vero che in altre occasioni, le vittime vennero attirate da entrambi. Nel famoso furgoncino che usavano per i sequestri infatti, Monique si faceva vedere con il suo bambino, per dare sicurezza alle vittime che potevano dunque fidarsi di lei.

Non solo, Monique avrebbe potuto, se lo avesse voluto, denunciare decine di volte suo marito, chiudere aiuto. E invece si è comportata negli anni come una aguzzina. Poco le importava, come ha raccontato anche a una compagna di cella, delle urla, delle lacrime, di quelle bambine seviziate, stuprate. Chiamavano mamma, chiedevano aiuto, ma a lei, nulla importava.

La Caduta di Monique Olivier

La caduta di Monique Olivier avvenne nel 2003, quando si separò da Michel Fourniret e lo denunciò alle autorità. Questa denuncia portò alla scoperta di numerose prove che collegavano la coppia a numerosi omicidi irrisolti. Monique Olivier decise di collaborare con le autorità, conducendo gli investigatori ai luoghi in cui erano sepolti i corpi delle vittime. Ma non di tutte le vittime. Il mostro delle Ardenne, confessò di aver ucciso almeno 30 ragazza, purtroppo, solo alcune di loro sono state identificate, e solo di 7 di queste donne, sono stati ritrovati i corpi.

Il Processo e la Condanna

Nel 2008, Monique Olivier fu processata per la sua complicità nei crimini di Michel Fourniret. Venne condannata a una lunga pena detentiva, ma la sua cooperazione con le autorità e le sue confessioni contribuirono alla risoluzione di molti casi irrisolti e alla chiusura del capitolo più oscuro della sua vita. Nel frattempo, Michel Fourniret fu condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. E’ morto in carcere.

Dove sono le altre ragazze?

Dopo le lettere del mostro delle Ardenne in cui spiegava di aver ucciso ancora altre giovani ragazzine, la polizia cercò di nuovo collaborazione da parte di Monique Olivier. Marie-Angèle Domèce, Joanna Parrish ed Estelle Mouzin : si sperò che la donna potesse dire qualcosa almeno su questi tre casi, in particolare sulla morte di Estelle. Monique portò gli inquirenti in un posto dove a suo dire, era stata seppellita la bambina, che all’epoca della scomparsa, aveva solo 9 anni, ma non si trovò nulla.

Monique Olivier, 74 anni, è già stata condannata all’ergastolo per complicità in quattro omicidi e stupri di gruppo commessi da Michel Fourniret. Poi è stata condannata a 20 anni di carcere per complicità in un quinto omicidio, questa volta efferato, anch’esso commesso dall’assassino. Nel 2021 suo marito è morto e adesso la polizia francese conta solo su di lei, per la risoluzione dei cold case, per dare risposte alle famiglie. Nell’aprile 2021, Monique Olivier aveva ammesso per la prima volta un ruolo nel rapimento di Estelle, specificando di aver accompagnato Michel Fourniret nei pressi del bosco di Issancourt-et-Rumel, nelle Ardenne, a seppellire il corpo della ragazza.

Monique Olivier e Michel Fourniret sono stati responsabili della morte di almeno sette giovani donne e ragazze, ma alcune stime suggeriscono che il loro numero potrebbe essere ancora più alto. Le vittime avevano un’età compresa tra i 12 e i 22 anni e provenivano da diverse regioni di Francia e Belgio. I loro nomi includono Joanna Parrish, Isabelle Laville, e Fabienne Leroy, tra gli altri.

Il mostro delle Ardenne: nella testa di Monique Olivier

Per chi volesse conoscere maggiori dettagli su questa storia macabra e piena di violenza, la serie Netflix mette insieme diverse testimonianze, tra le quali anche quella dell’avvocato che segue la donna sin dall’inizio dei processi e che spera ancora, di convincerla a rivelare dove sono i cadaveri delle altre vittime del mostro delle Ardenne.

L’orco delle Ardenne è il soprannome di Michel Fourniret, un serial killer francese che nel 2004 ha confessato di aver rapito, stuprato e ucciso nove ragazze nell’arco di 14 anni. Ma lui è stato accusato di altri 10 omicidi e venne preso nel 2003 solo dopo che sua moglie, Monique Olivier, lo denunciò. Ma il ruolo della donna è sempre restato poco chiaro e la miniserie cerca di far luce su l’ambiguo personaggio con l’obiettivo di capire se era una pedina o una complice. A firmare la serie i documentaristi Michele Fines e Christophe Astruc. 

Qui il trailer della serie

La serie Netflix sembra dimostrare, con le testimonianze dei tanti esperti chiamati in causa, che Monique non è mai stata solo una vittima di questa storia anzi. Sapeva prima di sposarlo, di che crimini era capace suo marito; è sempre stata al suo fianco, anche quando insieme hanno pianificato il furto del tesoro di un ex compagno di cella di Michel. Lo ha coperto, è stata il suo alibi, preparava colazioni e pranzi mentre lui uccideva ragazzine ancora vergini. Portava il loro bambino in giro per attirare nella loro casa ragazze alla pari e, come è emerso dai test fatti, non era affatto stupida come suo marito pensava che fosse. Come hanno pensato tutti. Di lei il mostro delle Ardenne diceva “ha l’intelligenza di un pollo lobotomizzato” e invece illustri psichiatri hanno dimostrato che Monique Olivier, ha una intelligenza fuori dalla media. Anche per questo, per lei c’è stata ben poca clemenza nelle aule di tribunale.

Le vittime, come viene ricostruito anche nelal serie, erano sottoposte a terribili torture prima di essere uccise. Queste torture includevano violenze sessuali estreme, maltrattamenti fisici, sequestri prolungati, e altre crudeltà indicibili. Monique Olivier ha ammesso di aver assistito e partecipato attivamente a queste torture, rendendo la sua complicità nei crimini ancora più scioccante.

Redazione

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