Prendere l’Escherichia Coli in gravidanza può avere conseguenze gravi? È bene riconoscere i sintomi e sapere cosa si debba fare se si contrae.
Il momento in cui si è in attesa di un bambino è una fase che una donna vorrebbe vivere in uno stato di grazia o quasi, ma è allo stesso tempo quella in cui si è chiamati a controlli costanti per avere la garanzia che gestante e nascituro stiano bene. È altrettanto naturale prestare un’attenzione maggiore a quello che si mangia, non tanto per evitare di ingrassare, ma soprattutto perché ci sono cibi che possono essere sconsigliati a priori, come quelli crudi.
Nonostante tutto, si teme di andare incontro a una situazione che può rivelarsi spiacevole e che può spaventare chi la contrae, per questo è bene agire con cautela. Il riferimento è all’escherichia coli contratto in gravidanza, infezione delle vie urinarie che si ha quando si riscontra la presenza di batteri nelle urine.
In genere non è particolarmente preoccupante, se però viene diagnosticata in una donna incinta essere spaventati può essere naturale a causa delle possibili conseguenze che possono verificarsi. In alcuni casi la batteriuria, questo il suo nome scientifico, può essere asintomatica, per questo è raccomandabile sottoporsi a un’urinocoltura, esame delle urine specifico che consente di individuare la presenza di eventuali batteri. Il test andrebbe effettuato già nel primo trimestre della gestazione, per poi eseguire un controllo nel secondo.
Cosa fare se si ha l’escherichia coli in gravidanza
Qualora il test dovesse dare esito positivo e dovesse essere diagnosticata l’escherichia coli in gravidanza si procede con una terapia antibiotica apposita. Una donna incinta deve evidentemente assumere farmaci considerati sicuri, tra questi la fosfomicina e la nitrofurantoina. Quest’ultima è però da evitare nell’ultima settimana perché si teme possa causare danni al feto.
Esistono comunque delle azioni preventive che possono essere messe in atto per ridurre le possibilità di contrarre l’infezione. È innanzitutto fondamentale bere abbondantemente, così da facilitare la diuresi, oltre a poter eliminare il batterio attraverso le urine. Non si dovrebbe mai trattenere la pipì, appena si sente lo stimolo si dovrebbe correre in bagno, questo non consente ai batteri di restare intrappolati nell’urina.
È inoltre consigliabile pulirsi bene dopo la minzione, ma possono essere altrettanto utili integratori a base di mirtillo rosso (va bene assumerne anche in forma di succo), pur cercando sempre di non esagerare nei quantitativi. In caso di dubbio è sempre fondamentale consultare il ginecologo.
Esistono comunque delle situazioni in cui possono aumentare le possibilità di avere l’Escherichia Coli in gravidanza. Basti fare l’esempio di chi resta incinta dai 35 anni in su, ma anche di chi soffre di infezioni urinarie ricorrenti già prima di restare incinta o di diabete. La cautela dovrebbe essere massima soprattutto nel primo trimestre, in questa fase non può essere esclusa a priori la possibilità di avere un aborto spontaneo, per questo in caso di sospetto si deve programmare un controllo in modo tempestivo. Qualora invece la situazione dovesse verificarsi nel secondo trimestre, si potrebbe avere un parto anticipato.
La situazione non può che peggiorare qualora la malattia si verificasse al terzo trimestre, specie se si trascurano i sintomi. Questo può comportare rischi sia per la mamma sia per il bambino, in questo caso può essere quasi certo il parto pretermine, oltre quello di basso peso alla nascita (inferiore a 2,5 kg). Subito dopo la nascita la mamma resta in genere sotto controllo per evitare di incorrere in problemi renali, che alla lunga possono richiedere anche il trasferimento in terapia intensiva se non trattati.