Fingersi malata, senza soldi, ingannare un uomo per 15 anni: come può una donna arrivare a tanto?

Una modella bellissima, famosissima in tutto il mondo si innamora di te, passa ore e ore al telefono a parlare con te, ti chiede aiuto perchè dietro a quelle foto di “vita da copertina” si cela un grande dolore. Una malattia, il bisogno costante di aiuto. E’ una storia dolorosa quella di Roberto Cazzaniga, il giocatore di pallavolo che per 15 anni ha creduto di essere fidanzato con la bellissima modella brasiliana Alessandra Ambrosio; per lui era Maya, ma in realtà era una donna sarda, che si è presa gioco di lui. E badate bene, il lato economi della questione, passa in secondo piano di fronte alle violenze psicologiche che quest’uomo ha subito. Con il procedimento che porterà i due nelle aule di tribunale, Roberto forse avrà anche una parte di tutto il denaro che ha perso. Ma il tempo che ha investito in questa storia? Come può una donna arrivare a tanto? Non voglio neppure chiedermi come può un uomo credere che una modella abbia bisogno di soldi per accedere a un lavoro di Versace, che nella lista della spesa di una modella ci siano spinacine e wurstel, che abbia bisogno di soldi per il regalo di un personaggio famoso. Non mi chiedo neppure come per 15 anni Roberto abbia potuto credere che le foto pubblicate sulle riviste fossero menzognere e che invece tutto quello che la sua Maya, una che non si era mai mostrata neppure in volto, era vero. Perchè qui il problema va ben oltre quello che Roberto per 15 anni ha voluto credere. Qui il problema è la donna ( che di certo non ha ordito questo diabolico piano da sola).

E’ la donna che per 15 anni si è finta una persona innamorata e MALATA. Questo è l’aspetto secondo me che fa più male, un ricatto emotivo che lascia senza fiato. Per 15 anni subdolamente ha fatto credere di avere delle macchine che l’aiutavano a vivere, di avere tutta una equipe di medici in casa. Ha giocato non solo con il cuore di Roberto, ma anche con le sue emozioni perchè era questo l’inganno subdolo: se tu non fai quello che io ti dico, se non mi accontenti in tutto, io morirò. Da questo Roberto non riuscire a uscire perchè forse, con il passare del tempo, l’uomo si è anche reso conto che non stava parlando con la modella, che la sua fidanzata non era quell’angelo meraviglioso. Ma c’era. E quella voce dipendeva da lui, quella donna dipendeva da lui. E se non le avesse fatto la spesa e lei fosse morta? E se non avesse pagato quella bolletta e lei poi fosse finita in ospedale? Non è una questione di soldi, la questione psicologica in questo caso, va ben oltre all’aspetto materiale ed è più subdola e sottile. E’ un ricatto emotivo che fa schifo. Roberto non è stato solo truffato, è stato manipolato subdolamente. E allora non chiediamoci come lui ha potuto credere a tutto ma come una donna abbia potuto arrivare a tanto. Una casa fatta con i soldi dell’uomo, una macchina, due macchine, la spesa quotidiana. Fingersi malata, scrivere idiozie, arrivare anche a dire che le sue amiche erano malate e che avevano bisogno. Giocare con la psiche di una persona fragile a volte anche sola e approfittando di questo.

Perchè come la stessa donna in questione ha ammesso, Roberto non è stata una vittima casuale, un nome pescato su una lista. Ma un obiettivo. Un uomo vecchio stile, un uomo d’altri tempi che per 15 anni non ha avuto rapporti sessuali con altre donne, sempre fedelissimo alla sua Maya. Un uomo che abitava a pochi minuti da mare ma che mai si è concesso una passeggiata, un viaggio, un bagno, un tuffo al tramonto. La sua vita era sempre legata a quel filo rosso, alla paura di ricevere una chiamata che lo informava della tragedia. Quello che queste persone hanno fatto con Roberto è gravissimo e non si potrebbe ripagare neppure con milioni di euro. Hanno sfruttato ogni fragilità di una persona che aveva forse tanti vuoti, non li hanno di certo colmati. Lui ci aveva creduto, loro ci hanno marciato. E fa ribrezzo come spesso si condanni la vittima e non il carnefice, anche in questo caso. Come si può arrivare a tanto, come si può condannare per 15 anni un uomo a una vita di quel genere? Gli occhi tristi di Roberto, lo sguardo spento, il volto di un uomo segnato nell’animo nel profondo. Una persona che non ha da 15 anni un Natale sereno, un compleanno felice. Lo sguardo di chi ha il cuore svuotato, l’anima lacerata. E poi la faccia di bronzo di una donna che ha continuato a mentire, giustificarsi, inventare. Del resto se arrivi a tanto per 15 anni, non puoi cambiare solo perchè un programma televisivo ti ha smascherato. Sei marcio dentro, non esistono parole che possano spiegare questo schifo. Non esistono aggettivi per descrivere quello che si è fatto, non esiste pena da scontare . Se ci fosse anche un solo briciolo di umanità in queste persone, la pena più grande sarebbe la consapevolezza: il rendersi conto dello squallido modo in cui si è trattato un altro essere umano. Ma non sarà così perchè se di fronte all’uomo che hai condannato a una vita infernale per 15 anni ti viene solo da dire che in fondo era solo, e che tu gli tenevi compagnia perchè non aveva altro, allora ti descrivi per quello che sei. Una persona senza sentimenti, e qui mi voglio fermare per non andare oltre. Perchè di parole, per queste persone, ce ne sarebbero e anche tante.

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