Questa ossessione per il genere ci porterà davvero alla deriva. Si va oltre l’inclusività a volte, si cade nel ridicolo in altre. Giorgia Meloni, presidente del consiglio dei ministri, ha deciso di comunicare al mondo intero, con una nota ufficiale, che quando ci si rivolgerà a lei, bisognerà usare il maschile. Scelta lecita ( e verrebbe da dire quindi che è altrettanto lecito per una persona decidere di non identificarsi in un genere, in un solo genere). Farlo sapere al mondo intero con una nota ufficiale nella quale si specifica che sarà necessario rivolgersi a lei come “Il signor presidente del consiglio dei ministri”. Ecco, a tutto c’è un limite e qui è stato superato. La neo premier inglese è stata in carica giusto il tempo di dare l’ultimo saluto alla regina Elisabetta, ma non ha pensato, nelle poche settimane di lavoro, di chiedere a tutti gli inglesi di chiamarla usando il “mr” . Pensate se la Thatcher avesse chiesto di essere annunciata come Sir…Perchè va bene preferite presidente e non presidentessa, avvocato e non avvocata, architetto e non architetta, ma addirittura il signor presidente del consiglio dei ministri? Una nota ufficiale, un comunicato per annunciare al mondo quella che è una disforia di genere, perchè Giorgia Meloni, è donna. E la sua ossessione verso il gender , verso il genere maschile, l’ha portata a fare una cosa che lei non vuole concedere ad altre persone. Scegliere un genere , identificarsi. Giorgia Meloni è il presidente del consiglio dei ministri e nessuno avrebbe avuto nulla in contrario, nel chiamarla presidente e non presidentessa. Sua libera scelta. Ma non è il signor. E ‘ la signora Presidente del consiglio dei ministri, a meno che non ammetta che ognuno è libero di scegliere il genere, cosa che nè lei nè il suo partito hanno mai voluto fare.
A quanto pare la fluidità che tanto viene negata da partiti come Fratelli di Italia, è finalmente accettata. Perchè quella di Giorgia Meloni è una scelta fluida. Lei che è una donna, sceglie di definirsi signore e non signora. Non sono solo gli asterischi a devastare l’italiano, la grammatica italiana, ma anche oscenità come “il signor presidente del consiglio dei ministri” , per definire una donna.