Cos’è il Défilé della Rinascita? Si tratta di un progetto nato dall’idea di Elena Pasquin, psicologa dell’Associazione Oncologia San Bassiano. Nel 2016, la dottoressa era alla ricerca di un’ispirazione per aiutare le pazienti a considerarsi ancora persone e non solo malate. In quanto non sempre con gli strumenti messi a disposizione per la psicoterapia riusciva a raggiungere questo risultato, ha deciso di cercare un’altra strada. Ed ecco che dopo qualche tempo è nato il Défilé della Rinascita. Ma vediamo ora insieme in cosa consiste e come è stato creato nel dettaglio il progetto legato alle pazienti che lottano per sconfiggere il maledetto cancro.
Ancora alla ricerca di un’idea, Elena Pasquin si è ritrovata casualmente a guardare su Facebook i capi di Raptus&Rose creati dalla stilista Silvia Bisconti. In questo momento, è nata l’idea: creare un progetto complesso. Quando arriva la diagnosi di un tumore si crea una frattura, come la stessa psicologa dichiara su Salute Seno: “Ed è come se la dimensione della bellezza perdesse di senso”. Non pensava a un défilé, bensì a “rimettere la bellezza al suo posto”. Ha pensato così di fare una proposta alle pazienti, che andava contro qualsiasi loro aspettativa, durante la fase più complicata della malattia. Se si sarebbero sentite in grado di salire su una passerella, allora significava che si era già fatto “un passo nella riconquista della fiducia in se stessa”.
Ha scritto alla Bisconti una mail, per poi ricevere dopo diverso tempo una telefonata. Ha poi avuto un incontro con la stilista, insieme alla vicepresidente dell’associazione, Dina Faoro, nell’Atelier. Da qui ha preso inizio un lavoro profondo per le donne, ovvero “una forma di beneficenza attiva e un atto terapeutico che ha un potenziale immenso”. Nel 2017 si è tenuta la prima edizione del progetto Défilé della Rinascita, in cui hanno sfilato varie donne che lottano contro il cancro. Il team di Raptus&Rose guarda la parte della regia e dell’organizzazione, compreso l’insegnamento alle donne di come camminare sulle passerelle.
I vestiti sono cuciti a mano e pensati per ognuna di loro, in quanto qualsiasi dettaglio ha un significato. Non prendono parte al progetto solo le pazienti oncologiche, ma anche le persone della società civile e il personale sanitario che le assiste in ospedale, durante le cure. Così le differenze vengono annullate. Inoltre, durante la sfilata, le pazienti non hanno a disposizione uno specchio per scoprire come sono preparate.
Qui un video che ci mostra l’evento nell’edizione 2021
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