“Dare della scema a una vittima perché non riesce a uscire dalla situazione in cui è stata messa si chiama victim blaming. Il victim blaming è la prassi per cui la vittima viene incolpata per la violenza che sta subendo o ha subito” inizia con queste parole il post di Carlotta Vagnoli, scrittrice e attivista femminista che, dopo aver visto la puntata di C’è posta per te in onda il 7 gennaio 2023, ha deciso di commentare una delle storie andate in onda. La storia in questione è quella di Valentina e di Stefano. Sono sposati, hanno tre figli e un matrimonio in crisi. Valentina ha spiegato a Maria de Filippi di aver tradito di suo marito, di aver pensato di lasciarlo ma di aver cambiato poi idea nel momento in cui ha visto l’uomo preparare le valigie. Valentina ha parlato di un rapporto che da almeno tre anni, prima del suo tradimento, non andava più bene. Di umiliazioni, di offese, di atteggiamenti brutti da parte di un uomo che non si ricordava del suo compleanno, che la umiliava davanti ad altre persone, che la offendeva etichettandola come una incapace. La storia si è conclusa con una busta aperta, con un uomo che ha “perdonato” la sua donna che lo ha tradito. Lo stesso uomo che, nonostante la rottura, la sera, si fermava a casa da lei per avere dei rapporti intimi e poi se ne andava via, perchè offeso e tradito.
La Vagnoli ha spiegato che questa vicenda, è una brutta vicenda. “La frustrazione del non sapersi allontanare dall’ambiente abusante si risolve spesso in anni di senso di colpa. E questo siparietto televisivo e social non farà altro che aumentare quel sentimento nella donna, quando verrà fuori da quella relazione violenta.“
Le parole della Vagnoli sono molto forti ma va detto, riassumono il pensiero di molti spettatori che ieri sera, guardando la puntata, si sono chiesti se fosse davvero il caso. E se fosse anche il caso di insistere nel pensare che per Valentina, la soluzione migliore, era quella di ritornare con quell’uomo: “Per mandare in onda una puntata c’è un lavoro grossissimo di ricerca, stesura, produzione, impostazione della puntata e scelta di come verrà narrata e commentata in studio la vicenda. Che un intero staff non se ne sia accorto è davvero impossibile. Questa è stata una scelta precisa, ovvero quella di fare du spicci sulla pelle di una donna vittima di violenza. Grazie del disservizio, C’è posta per te.”
Se è vero che il programma va in onda da oltre 20 anni e piace al pubblico per quello che racconta, è anche vero che il pubblico che oggi sta davanti alla tv è diverso da quello di 20 anni fa. Che la sensibilità è diversa, che un marito sbruffone e una donna vittima non fanno più ridere, che vorremmo vedere tutti altro. Perchè alcuni esempi, davanti a 5 milioni di italiani, non sono quelli che ti aspetteresti. La tv non ci deve insegnare nulla, è chiaro, dopo anni di televisione spazzatura e reality imbarazzanti lo abbiamo capito. Ma si potrebbe dare spazio ad altre storie.
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