Coprirsi il collo al minimo soffio di vento, cercare di non mettersi nella posizione sbagliata per poi rischiare di stare male per giorni, evitare di fare qualsiasi cosa che possa peggiorare la situazione: sono solo alcune delle cose che, chi soffre di cervicale cerca di fare per prevenire; perchè curare, davvero, è molto molto difficile. “La cervicale” è un vero e proprio incubo per chi ne soffre e non tutti riescono a capire quello che si prova. I sintomi dell’infiammazione cervicale variano da persona a persona: oltre al dolore nella zona fisica interessata, ci potrebbero essere dei forti mal di testa, una sorta di fuoco e prurito costante che si sente in tutta la zona del cranio; e ancora dolore fortissimo di denti, mal di schiena, vertigini, senso di spossatezza. In casi gravi persino il vomito.
Secondo gli ultimi studi, l’infiammazione cervicale colpisce principalmente le donne, e può arrivare a essere così dolorosa da diventare invalidante. Come tutte le “problematiche” che non si vedono ma si sentono, eccome se si sentono, chi non ha mai avuto questo genere di dolori non può capire cosa si prova e tende a sminuire.
L’infiammazione alla cervicale può essere causata da svariati fattori come lo stress, l’ansia, lo scarso esercizio fisico, le posture errate, ma anche da traumi derivati da incidenti automobilistici (colpo di frusta) oppure da infortuni derivati dall’attività sportiva. Ed effettivamente la prima volta che vi rivolgerete a un medico vi chiederà che genere di lavoro fate, se avete avuto delle cadute, degli incidenti, se siete persone stressate. Se avete tutti questi “ingredienti” insieme, la frittata sarà fatta!
Per chi soffre di “cervicale” anche se non è corretto parlare in questi termini, la regione interessata dal dolore e dall’infiammazione, è appunto, la zona cervicale. Quando si parla di cervicalgia, ci si riferisce al dolore localizzato in quest’ultima regione, nota anche sotto il nome di rachide cervicale. È costituita da sette vertebre, che formano l’asse di sostegno del collo e della testa. I dolori e le infiammazioni che coinvolgono quest’area sono principalmente di origine traumatica e possono riguardare le vertebre cervicali, le articolazioni o la muscolatura che le sorregge. Il problema è che per chi ne soffre, il dolore si sposta ben presto anche in altre zone del corpo: fanno male le braccia e le mani, e persino i piedi. Se l’infiammazione persiste e non viene curata nella giusta maniera, può interessare persino tutta la colonna vertebrale.
Non tutte le persone soffrono allo stesso modo. In alcuni casi gli attacchi si presentano una volta all’anno, o magari una volta al mese. Nei casi più gravi anche una volta alla settimana e spesso anche quando variano le condizioni climatiche. I momenti di forte umidità, ad esempio, favoriscono senza dubbio l’aumento dei problemi e peggiorano in alcuni casi, le infiammazioni ( succede anche con parti del corpo che hanno subito dei traumi).
Una delle cose principali da fare è prendere coscienza di quello di cui si soffre, adeguarsi, se si può in qualche modo. Se non si può cambiare un lavoro che si svolge si cerca di convivere con l’utilizzo di farmaci, nei casi di infiammazione più forte. Per la cervicalgia sono consigliati farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): come suggerisce il nome, questi medicinali placano l’infiammazione e riducono il dolore. Un’altra categoria di farmaci utilizzati appartiene alla classe dei cortisonici, prescritti dal medico nei casi più gravi per via dei numerosi effetti collaterali. In ogni caso è sempre necessario essere seguiti da un dottore, se il medico di base non basta, si può contattare un neurologo.
Oltre ai farmaci, sicuramente quello che fa bene sono delle sedute di terapia come quelle da un fisioterapista o da un osteopata. I massaggi sono utili come anche il riequilibrare la giusta postura per evitare cattive posizioni che peggiorano la situazione. Tutto questo funziona solo se il dolore non è di origine infiammatoria o non è originato da artriti o ernie. In questi casi, infatti, i massaggi sono anzi controproducenti.
Vi consigliamo di non arrabbiarvi se le persone intorno a voi non capiranno sin da subito quanta sofferenza ci sia dietro a un attacco improvviso, a un dolore che può spegnervi persino la luce negli occhi. Con il tempo, se la situazione continuerà a essere costante, e vi auguriamo che non lo sia, anche le persone a voi vicine capiranno quando è il momento di spegnere la luce e lasciarvi in silenzio a combattere la vostra battaglia!
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