C’è del nervosismo nell’aria, parecchio nervosismo. Se da un lato ci sono le influencer e gli influencer che hanno sempre lavorato in modo onesto, facendo comprendere a chi li segue, che per lavoro sponsorizzavano prodotti, che quando andavano nello chalet da 5000 euro a notte era tutti pagato, che quando consigliavano il ristorante lo stavano facendo perchè pagati per farlo, dall’altro c’è il grande gruppo di chi invece, ha sempre cercato di nascondere quella parolina “ADV” manco fosse il diavolo, tra le sfumature dei colori della storia, dietro a dei puntini, nell’oscurità…Insomma agli influencer non piace proprio chiarire che le storie che stanno facendo i post che stanno pubblicizzando sono banali pubblicità, le stesse che ci bombardano in tv mentre seguiamo la nostra serie preferita. Il fatto è che quando in tv va in onda la pubblicità cambiamo, su instagram invece passiamo il tempo a guardare storie di chi ci parla di qualcosa solo per vendere, novello Wanna Marchi camuffato da buon samaritano.
Perchè badate bene, gli influencer non vendono solo creme, cremine, tutine, scarpe, borse firmate. Vanno anche oltre e negli ultimi tempi avevano preso e hanno preso quella malsana abitudine di vendere sui social, prodotti di diverso genere. Ad esempio Corsi on line di sedicenti guru che promettono a ragazzini che vanno ancora all’università guadagni facili. Corsi fake in cui si dovrebbe imparare a gestire un e-commerce per vendere e fare i milioni. “Grazie …Grazie a te ho fatto il primo viaggio alle Maldive, il mio sogno” è uno dei tanti messaggi che influencer e pseudo influencer postano sui social, ricordando che grazie ai loro consigli un follower ce l’ha fatta. Però badate bene due cose: non dicono mai che loro da ogni click per una iscrizione a un corso, ci guadagnano bene. E la seconda cosa: avete mai pensato che anche questi messaggi possono essere dei fake solo per attirare l’attenzione di follower malcapitati? Perchè signori e signore, parliamo di gente che promette sogni e non solide realtà . Promettono di poter integrare uno stipendio, di fare soldi lavorando da casa, raccontano storie di successo e poi però, quando diventano di insuccesso, spariscono nel nulla.
E poi ci sono gli influencer dell’apparenza e della poca sostanza, quelli che si sono comprati anche le placche degli interruttori grazie all’ADV nascosto ma che continuano a farvi credere che sia tutto frutto del loro duro lavoro. E no, è frutto del vostro lavoro, voi che avete speso, cliccato, creduto. Non c’è nulla di male sia chiaro, se non fosse che per anni, non è mai stato chiaro dove finisse il consiglio e iniziasse il guadagno. Perchè non c’è nessuna attenzione alla “family”, alla “community” c’è solo attenzione al cliente. Follower uguale cliente. Ed è anche e soprattutto per questo che gli influencer hanno sempre mal digerito quella scritta, ADV. E non solo.
Capitolo GIFT. Migliaia di influencer ricevono ogni giorno regali da brand. Le più fortunate possono tenerli e finiscono per riempire armadi e sprecare cose che potrebbero essere sfruttate in altro modo. Ma è il mondo del commercio e dunque ci sta. Altre invece, scarpe, borse, oggetti di valore, devono ridarli dopo la vetrina. Quindi come funziona: io ricevo una piastra per capelli, mi piastro per bene di fronte ai miei follower, faccio 10 storie, ma non dico mai che quella piastra mi è stata donata. Faccio capire che me la sono comprata, perchè mi piaceva, perchè funzionava bene. Faccio pubblicità ingannevole. Ma le mie follower guardano i miei capelli lisci e brillanti e allora, se la comprano, perchè tutte vorrebbero avere quei capelli. Se ti va bene il prodotto è valido, se ti va male hai beccato l’influencer che ha fatto la piega dal parrucchiere e poi ti ha fatto credere che quella piastra valesse. Come direbbe Wanna Marchi: se sei fesso, meriti di essere fregato.
Sono spesso regalati tutti gli abiti che le influencer indossano alle feste, le borse, le scarpe. Gli abiti con cui vanno in tv anche solo per 5 minuti. Facciamo un esempio molto importante: alcuni vip del Grande Fratello si lasciarono scappare considerazioni sui vestiti prestati. Avevano anche solo paura di muoversi nella casa del GF . Indossavano abiti da 5000 mila euro ma dovevano restituirli. Purtroppo però nessuno lo diceva e il numero di follower cresceva, per l’influencer e per il brand ( più difficile invece che un comune mortale comprasse quell’abito).
Capitolo supplied. Adv, git, supplied, il trittico della paura. Si perchè amiche e amici, c’è anche il “fornito”. In questo caso spesso una macchina usata magari per un mese per portare i bambini a scuola ( il capitolo minori da usare tra un adv e un altro meriterebbe pagine e pagine), oggetti di altro genere come magari anche un divano, una poltrona…E chiaramente i viaggi. Ci sono i viaggi tutti uguali nello stesso resort alle Maldive e a Dubai. Ci sono le cene, ci sono i week end nel resort con la spa in montagna. Che dopo un po’ avete imparato a conoscere a memoria perchè vanno tutti lì. A volte ci fanno anche credere che se lo sono pagati da soli ( raramente) ma taggano lo stesso per beneficenza il posto. E’ chiaro a tutti che abbiano ricevuto quanto meno uno sconto o che avranno un fine settimana gratis in cui andranno senza sponsorizzare niente. Tutto questo per quella paura delle tre magiche parole da usare sui social. ADV, GIFT, SUPPLIED.
E sapete perchè? Perchè le influencer vogliono farvi credere subdolamente che quella linea di costumi così adatta a voi, l’hanno creata perchè ci tengono a voi che fate la loro fortuna ( e in parte è vero altrimenti come guadagnerebbero). Non vi vogliono ricordare che se acquistate dal link postato in quella storia loro stanno guadagnando. Vogliono farvi credere che quel rossetto è fatto per voi, che ogni consiglio è per voi che siete follower e non clienti. C’è chi lo fa in modo onesto, con chiarezza e lavorando nel modo giusto ( una piccolissima percentuale). E c’è chi lo fa in modo subdolo e che in questi giorni, quelli in cui dopo il pandoro gate di Chiara Ferragni ci sono delle regole, ha iniziato a innervosirsi. E non poco. Doveva arrivare l’antitrust a dare delle regole per far si che qualcosa cambiasse.
E allora come rimediare? Su instagram mettiamoci qualche storia mentre fingiamo di saper cucinare qualcosa ( si perchè anche quando ordiniamo la cena stiamo facendo un ADV), i bambini che non vogliono mangiare, l’entrata e l’uscita da scuola, qualche beauty routine con i trucchi avanzati obbligatoriamente una NO ADV. “Vi sto dicendo dove ho comprato il vestitino di mia figlia non per fare ADV ma perchè me lo state chiedendo voi amiche” scrive una influencer e un’altra le fa eco condividendo il libro da comprare ma solo perchè una mamma le ha chiesto un consiglio, non perchè dalla su avetrina Amazon ci guadagna con le affiliazioni.
E vale lo stesso signori e signore anche per gli uomini. Non vi sveliamo l’acqua calda se vi raccontiamo che nelle ultime ore anche Alfonso Signorini è stato beccato a fare pubblicità a una crema senza la scritta ADV e ha poi subito corretto il tiro, pubblicandone una nuova modificata. Ebbene si, anche gli insospettabili vivono di ADV.
Concludiamo ricordandovi una cosa: questo è un mestiere e chi ha studiato per farlo o si è ritrovato un tesoro tra le mani perchè il pubblico ha iniziato a seguirlo dopo un programma televisivo, fa benissimo a svolgerlo. Si lavora, si pianifica e si dà anche lavoro ad altre persone. Questo è sempre bene ricordarlo e lungi da me voler demonizzare un lavoro dei tempi moderni. Il problema è che deve esserci chiarezza e che si deve lavorare in modo limpido. Se le leggi non ci aiutano, dovremmo comunque essere sempre trasparenti e sinceri con chi ci segue, visto che sono gli stessi che ci permettono di andare avanti.
Spendete meno tempo sui social a scorrere storie di chi racconta una vita finta, fatta di abiti regalati, di cene offerte, di viaggi che mai si potrebbero permettere. Spendete meno tempo a pensare di valere di meno di chi va a un concerto solo perchè i biglietti sono regalati, di chi ha il cellulare di ultima generazione solo perchè il brand lo ha fornito, di chi sfila in passerella a Venezia solo per mostrare le scarpe firmate. Il tempo che perdete a guardare storie finte, studiate solo per fare ADV vincente non lo riavrete mai indietro.