Nel panorama oscuro dei crimini e degli eventi nefasti, pochi nomi suscitano la stessa risonanza di Karla Homolka. La sua storia è una di terrore, abuso, e controversia, che ha scosso il Canada e oltre. Su Discovery Plus è possibile seguire la storia di Karla Homolka che sarà raccontata nel documentario Ken e Barbie serial killer per il ciclo Cacciatori di vergini.
Paul e Karla furono denominati dai media, Barbie e Ken per via del loro aspetto. Paul aveva i capelli biondi ed era molto alto, Karla aveva a sua volta capelli biondi cotonati, come si portavano negli anni ’90 ed era molto magra.
Karla Leanne Homolka è nata il 4 maggio 1970 a Port Credit, Ontario, Canada. Fin da giovane, sembrava avere tutti i presupposti per una vita normale: era una studentessa modello, attraente e popolare. Tuttavia, dietro questa facciata si nascondevano oscuri segreti.
Nel 1987, Karla Homolka conobbe Paul Bernardo, un uomo affascinante ma disturbato. Questo incontro avrebbe segnato l’inizio di una delle pagine più buie nella storia del Canada. Insieme, la coppia avrebbe perpetrato una serie di crimini orribili che avrebbero sconvolto l’intera nazione. Nessuno però all’epoca poteva immaginarlo anzi. Tutti pensavano che Karla, avesse trovato un principe azzurro d’altri tempi, un uomo che realizzava ogni suo desiderio, incluso un matrimonio faraonico, degno di una vera principessa.
Il quadretto idilliaco si interrompe quando Karla, si presenta alla polizia e denuncia suo marito per gli abusi subiti. Ha segni su tutto il corpo. Vengono fatte delle perizie mediche che non sembrano lasciare dubbi: Karla è una vittima. Con il tempo però si comprenderà che le cose stanno in modo diverso.
Tra il 1990 e il 1992, Bernardo e Homolka commisero una serie di omicidi brutali che avrebbero mandato ondate di terrore attraverso la regione di Scarborough, Ontario. Le loro vittime includevano giovani donne, spesso studentesse, che venivano rapite, violentate e uccise con una ferocia inimmaginabile. La coppia sembrava operare con una precisione spaventosa, lasciando la polizia e l’opinione pubblica inorriditi e sconcertati. Tutto questo si scoprì solo dopo che la polizia venne in possesso di alcune video cassette che documentavano gli atroci crimini di cui la coppia si era resa responsabile. Prima di questo momento, tutti avevano pensato che Karla, fosse solo una vittima di suo marito, uno psicopatico che per anni, aveva abusato di lei.
Il destino di Homolka e Bernardo cominciò a sgretolarsi quando la polizia scoprì una serie di videocassette che mostravano i terribili abusi inflitti a una delle loro vittime. Nel 1993, Karla Homolka si accordò con gli investigatori per testimoniare contro Bernardo in cambio di una pena ridotta. Questa decisione avrebbe scatenato un’ampia controversia, poiché molte persone ritenevano che la sua pena fosse troppo mite in rapporto ai crimini commessi. Perchè la polizia decise di accordarsi con Karla, pur sapendo che la donna era colpevole tanto quanto suo marito?
Nelle video cassette si vedevano solo gli abusi subiti dalla ragazze sequestrate ma non c’era una prova diretta che dimostrasse che Paul avesse ucciso quelle donne. Dunque Karla Homolka era la sola testimone che avrebbe potuto accusare l’uomo di duplice omicidio.
Karla Homolka e il suo complice Paul Bernardo furono accusati di aver drogato e ucciso la sorella di lei Tammy Homolka, nella notte di Natale del 1990. Questo è uno degli aspetti più controversi e tragici della storia di Karla Homolka. In diversi documentari che raccontano questo caso, si parla di questa vicenda come di una sorta di “regalo” che Paul Bernardo aveva chiesto a Karla. Un regalo di Natale. L’uomo avrebbe voluto avere dei rapporti sessuali con la sorella, ancora minore, di Karla. La donna avrebbe potuto ribellarsi, denunciarlo, chiedere aiuto ai suoi genitori, non accettare eppure lo fece. Non solo, fu lei a procurarsi la droga per stordire sua sorella. E ci sono anche le prove video che dimostrano che Karla, praticò del sess* orale a sua sorella.
Karla e Paul misero del sedativo nell’eggnog di Tammy, causandone la perdita di conoscenza. Purtroppo, durante il processo di sedazione, Tammy andò in arresto cardiaco e morì. Inizialmente, la sua morte fu considerata accidentale e attribuita a un incidente dovuto all’assunzione di alcol. Tuttavia, dopo che emersero le prove dei crimini più gravi commessi dalla coppia, inclusi gli omicidi di altre giovani donne, la morte di Tammy fu rivalutata e considerata un omicidio. Questo fatto atroce, rese ancora più scioccante la decisione di dare solo 12 anni di condanna alla donna.
Nel 1995, Karla Homolka fu condannata a 12 anni di carcere per omicidio colposo e complicità nell’omicidio di tre giovani donne, nonostante prove che indicassero una partecipazione più attiva nei crimini. Questa decisione giudiziaria alimentò l’indignazione pubblica e sollevò domande sul sistema legale canadese.
Dopo aver scontato la sua pena, la Homolka venne rilasciata nel 2005. La sua vita successiva è stata costellata da controversie e polemiche. Ha cercato di vivere una vita discreta sotto diversi pseudonimi, ma è stata spesso bersaglio di rabbia e minacce da parte di coloro che ritenevano che la sua pena fosse insufficiente per il male che aveva commesso.
La storia di Karla Homolka continua a gettare un’ombra oscura sul sistema legale canadese e sulla percezione pubblica della giustizia. La sua liberazione anticipata ha sollevato interrogativi sulla parità delle pene e sulla capacità del sistema di proteggere le vittime. La sua storia serve anche come monito sui pericoli dell’abuso domestico e sulla natura complessa della psiche umana.
La storia di Karla Homolka rimane una delle pagine più tenebrose e controverse nella storia del Canada. Un ricordo angosciante di come il male possa celarsi dietro una maschera di normalità, e di come la giustizia possa raramente portare una vera e completa guarigione alle ferite aperte dalle sue azioni.
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