Una vera tragedia quella che è accaduta sabato a Venezia. Una bimba mentre era in bagno con la mamma, gioca con qualcosa di sigillato ma riesce a rompere il tappo che le finisce in gola. La mamma di Elettra e suo padre portano subito la bimba nel primo centro di soccorso, attivo al lido. Lì chiamano immediatamente un elicottero che porterà Elettra a Padova ma purtroppo il mezzo ha un problema e dunque ci sono dei ritardi nei soccorsi. Il vero problema però, come sottolinea la madre di Elettra nella sua intervista al Corriere della sera, è che a Venezia, non hanno lo strumento per rimuovere il tappo dalla gola alla bambina. Non hanno lo strumento che permette di visualizzare dove si trovi e dunque, non possono fare nulla se non tentare di rianimare più volte la piccola.
Aveva solo 18 mesi la piccola Elettra ma ha lottato con tutte le sue forze per sopravvivere.
Nella sua intervista al Corriere della sera, la mamma di Elettra racconta: “Alle 12 circa l’hanno attaccata a una macchina chiamata Ecmo (che supporta le funzioni vitali in condizioni di severa insufficienza respiratoria e cardiaca, ndr). Uno strumento disponibile solo a Padova e che è servito ad aiutare il suo cuore a battere. La bambina è rimasta troppo tempo senza ossigeno. Il tappo che aveva ingoiato l’hanno tolto a Padova con una pinza. La nostra domanda è perché non l’hanno tolto subito al Lido e si è atteso così tanto? Io ho più volte implorato i medici che facessero qualcosa per estrarre il tappo. Mi hanno risposto che al Lido non c’è l’apparecchio per vedere dov’era l’ostruzione“.
La mamma della piccola, ha voluto anche sottolineare che i paramedici del lido hanno fatto tutto il possibile, tentando il miracolo. Il vero problema è che non avevano gli strumenti adeguati. E poi ha raccontato di come sua figlia, abbia lottato fino alla fine: “Ha lottato, è stata veramente una leonessa. Alla mattina dopo un’ora di massaggio cardiaco il cuore era ripartito. Lei voleva restare con noi. Invece alla fine, sabato mattina alle 8.45, quando è stato chiaro per i medici di Padova che la macchina non riusciva più a tenerla in vita, hanno staccato la spina e ce l’hanno restituita. Poco dopo è morta tra le nostre braccia“.
La mamma di Elettra ha messo in evidenza che non si può non avere strumenti idonei in un centro come quello di Venezia Lido e che non si può aspettare un elicottero per dover salvare una persona.
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