“Io sono brutta, decisamente brutta, sono una donna transgenere. Sono un’offesa al mio genere, un’offesa al genere femminile. Non faccio neppure pietà, neppure questo” questa è una delle frasi che Cloe, ha scritto in un suo post sul blog, sul quale si confidava, sul quale raccontava la sua vita da transgender. Non ce l’ha fatta, si è tolta la vita suicidandosi. Da anni combatteva contro l’emarginazione dopo il suo coming out, nel 2015.
Ha messo fine alla sua vita di solitudine e sofferenza dando fuoco al vecchio camper dove viveva da alcuni anni. Ma prima di farlo ha annunciato il suo suicidio (“Porrò in essere la mia libera morte”) e pubblicato il suo testamento. E’ morta così tra le fiamme . “Il possibile d’una donna brutta è talmente stringente da far mancare il fiato, da togliere quasi tutta la vitalità. Si tratta d’esistere sempre sommessamente, nella penombra, in punta di piedi, sempre ai bordi della periferia sociale, dov’è difficile guardare in faccia la realtà” scriveva Cloe.
E il 10 giugno l’annuncio della sua morte: “Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte”.
Cloe Bianco, all’anagrafe Luca Bianco, docente di Fisica di Marcon (Venezia), che nel 2015 fece scalpore perché si presentò in classe, in un istituto del Veneziano, in abiti femminili, facendo outing. Da qualche anno, lontano dall’ex moglie e dalla figlia, la prof transgender viveva da sola in un vecchio camper parcheggiato a lato della strada regionale tra Auronzo e Misurina (Belluno). E, appiccando un incendio all’interno del mezzo, si è data la morte.
Il suo corpo è stato trovato carbonizzato dentro a un camper all’ex miniera dell’Argenteria tra Auronzo e Misurina e dopo qualche giorno è arrivata la conferma del Dna oltre alla scoperta dei messaggi lasciati sul suo blog ”PersoneTrangenere” dove annunciava quel che poi sarebbe successo con tanto anche di testamento biologico e testamento olografo. ‘
“Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato – si legge nel sito web – porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto”.
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