Una premessa prima di parlare della storia di Giuseppina la bidella e della sua scelta di viaggiare ogni giorno da Milano a Napoli e viceversa in treno, pur di non restare a vivere in affitto nel capoluogo meneghino. I prezzi degli affitti a Milano sono una cosa vergognosa. Si affittano a 600 euro stanze di 4 metri quadrati, si affittano a 1000 euro monolocali di 10 anche senza finestre. I prezzi degli appartamenti come anche delle stanze sono altissimi; la vita a Milano è carissima, con uno stipendio di 1200 euro fai praticamente la fame. E fin qui siamo tutti d’accordo. Per questo sempre più gente che lavora nella “city” vive in periferia o nei paesi della cintura milanese. I collegamenti sono abbastanza buoni e anche in mezz’ora riesci ad arrivare in città con i mezzi pubblici per evitare di destinare tutto il tuo stipendio nell’affitto e dover andare a mangiare alle mense dei poveri. Chi trova lavoro a Milano lo sa bene. E’ una triste realtà ma è la realtà. E il discorso su come tutto questo potrebbe e dovrebbe cambiare, è complicato, complesso, lungo.
La storia di Giuseppina però, ha solo in parte a che fare con il costo degli affitti di Milano. Perchè la bidella racconta di aver scelto di viaggiare ogni giorno da Napoli a Milano in treno, pur di non spendere soldi in affitto, di non dover pagare bollette, continuando a vivere con i suoi genitori. Questo significa arrivare a casa la sera tardi, partire di notte e non fare vita in settimana, se non la domenica. Giuseppina ha spiegato che comprando i biglietti prima, con le promozioni, con i punti, riesce a spendere di treno circa 400 euro. La cifra indicata, desta parecchie perplessità. Chi viaggia con le frecce sa bene quali sono i costi. Se anche parliamo di carnet o di abbonamenti speciali, pensare che quella cifra possa coprire i costi è difficile. Ma volendo anche credere che con 400 euro si coprano i viaggi, è davvero auspicabile questo genere di vita quando con la stessa cifra si prenderebbe una stanza in periferia o un monolocale in un paese a qualche chilometro da Milano?
Tutte le perplessità nella storia di Giuseppina la bidella
Sul Corriere della sera si legge: “Prende servizio alle 10.30, stacca alle 17, acquista al volo una cena da consumare nel vagone e poi va di nuovo in stazione, dove il Frecciarossa per Napoli delle 18.20 la riporta a casa 22.53, salvo ritardi, giusto in tempo per cenare e sdraiarsi, verosimilmente sfinita, sul letto. Ma il sorriso non le manca, e Giuseppina Giuliano spiega con serenità la sua scelta, apparentemente folle.” E qui le prime domande: cena nel vagone al volo oppure cena a casa quando arriva? Se cena nel vagone, non potrà mai spendere meno di 10 euro, considerando i prezzi dei treni, quindi parliamo di almeno altre 200 euro spese al mese. E poi le domande che tutti, leggendo questa storia, si sono poste: quale preside è disposto ad avere una collaboratrice scolastica che entra tutti i giorni alle 10,30 a scuola per staccare alle 17? E quante volte Giuseppina sarà arrivata in ritardo a scuola, visto che sappiamo bene che i treni, non sempre arrivano in orario?
La storia di Giuseppina ha destato parecchie perplessità. Gli articoli con la sua intervista sono diventati virali ma allo stesso tempo sono arrivati migliaia di commenti sotto ogni post, commenti di chi si chiede se davvero la storia di Giuseppina sia legata al suo stipendio o se dietro a questa vicenda si nasconda ad esempio una dipendenza affettiva dai suoi genitori, con i quali ancora vive; dal posto in cui è cresciuta. La paura di vivere da sola, di non essere sola in una grande città, le difficoltà di un distacco e la speranza magari di tornare il prima possibile a lavorare più vicino casa.