In un mondo in cui tutto va nel verso giusto, in tv a raccontare delle loro esperienze drammatiche in metro a Milano dovrebbero esserci non so, la maestra che stava andando a scuola e aveva in borsa pochi euro ma tutti i documenti e il materiale scolastico ed è stata derubata e ha dovuto perdere ore su ore tra uffici e questura. In un mondo che funziona nel modo giusto, non dovrebbero esserci le borseggiatrici di Milano, le borseggiatrici della metro in tv, in prima serata su Rete 4 davanti a quasi 1 milione di spettatori. Dovrebbero esserci quei turisti arrivati in Italia, costretti a ritardare il loro rientro a casa, costretti a rinunciare a un tour organizzato per vedere le bellezze del nostro paese e a doversi accontentare di conoscere meglio polizia o carabinieri e uffici vari. In un mondo che funziona nel modo giusto, in quello studio, dovrebbe esserci la studentessa universitaria che ha magari fatto tardi a un esame perchè sulla metro le è stato rubato il portafoglio. In un mondo che funziona nel verso giusto, in quello studio avrebbe dovuto esserci il pensionato derubato, che aveva magari gli ultimi 100 euro del mese per tirare avanti in tasca. E invece, in questo mondo che funziona al contrario, nello studio di rete 4 ci sono le borseggiatrici della metro di Milano, quelle che non dovrebbero essere riprese, a detta di molti, nei tanti video o nei servizi di Striscia la notizia, per tutelare la loro privacy, ma che poi si palesano in una diretta televisiva o rilasciano interviste a destra e a manca, per raccontare le loro storie. Che badate bene, almeno secondo quanto dicono in tv, non sono mai storie di donne maltrattate, costrette da orchi a rubare.
Le borseggiatrici di Milano in prima serata su Rete 4
Ok crediamo poco anche a questo, molto spesso, le donne sono costrette a farlo, a rubare, a delinquere. E su questo non ci piove. Sono vittime a loro volta, di un sistema sbagliato. Ma in questo mondo che funziona al contrario, la mamma che parte dall’Afghanistan per salvare suo figlio, spendendo gli ultimi soldi che ha, e sapendo di rischiare la vita, è una criminale che doveva restare nella sua terra di origine, perchè non si parte mettendo in pericolo un minore. La borseggiatrice di Milano, con il pancione e tre figli attaccati alla gonna, è invece l’eroina da tutelare e non buttare in pasto ai media. E’ un paese il nostro, dalle mille contraddizioni, dalle mille incoerenze. Un paese che funziona al contrario, dove chi delinque può essere perdonato, le vittime non hanno diritto neppure di tutelarsi con un video ( ben sapendo che tanto queste persone in carcere non ci andranno mai). Ma per le borseggiatrici di Milano, nessuno slogan al contrario, nessuno che vada a dire che i criminali, quelli che le mandano in giro, dovrebbero essere rispediti al loro paese, o più semplicemente finire in carcere.
In questo paese dove tutto funziona al contrario le borseggiatrici della metro di Milano finiscono in tv, come guest star, senza neppure rendersi conto che sono solo un mezzo per raggiungere uno scopo. Le chiacchiere sui social, lo share.