Luciana Littizzetto ricorda le bimbe che hanno salvato la loro mamma: la piaga femminicidi non si ferma

Nella puntata di Che tempo che fa in onda il 3 dicembre 2023, Luciana Littizzetto è tornata a parlare di cronaca, di quello che succede in un paese nel quale gli uomini si infastidiscono e non poco, quando si parla di patriarcato, quando vengono additati come colpevoli di tutto quello che sta succedendo alle donne di questo paese e di altri paesi. Come se le donne vittime di femminicidio si uccidessero da sole. Davvero assurdo che ci si possa anche solo infastidire rispetto a tutti i dibattiti che fortunatamente si innescano. Certe deve morire una donna, deve essere uccisa una di noi per riportare alta l’attenzione… Questa volta è successo a Giulia Cecchettin, e le prossime chi saranno? Questa settimana sono state Mina e Vincenza, barbaramente uccise dai loro mariti. Vincenza accoltellata davanti ai suoi figli piccoli ( pochi giorni prima era finita al pronto soccorso e aveva deciso di lasciare suo marito); Mina uccisa con una mazza da cricket.

Luciana Littizzetto, citando poi anche il caso di Reggio Calabria, ha ricordato l’importanza del segnale di richiesta di aiuto.

>>>> Signal for help: il segnale per le donne vittime di violenza per chiedere aiuto

La lettera di Luciana Littizzetto e la piaga femminicidi in Italia

Sono 108. Due vittime di nuovo questa settimana. Altri due femminicidi. Uno ad Andria e uno a Salsomaggiore, entrambe donne uccise dai propri compagni. Vincenza, accoltellata dal marito che non accettava di essere stato lasciato, oltretutto davanti ai figli piccoli, che a vita si porteranno quelle immagini addosso, che dovranno fare i conti con quella macchia, quella maculopatia del cuore che gli toglierà la visuale del bello per sempre. E Mina 66 anni, indiana, uccisa dal marito a colpi di mazza da cricket. Queste notizie ci hanno levato il fiato. Perché ci hanno fatto sentire inutili come se quello che abbiamo detto, urlato e gridato in questi giorni e in questi anni non fosse servito a niente… E invece no. Tre bambine a Reggio Calabria. 12, 10 e 8 anni. Non so come si chiamino. Le chiamerò io Marta, Marcella e Martina. Il padre stava prendendo a pugni la mamma, ubriaco, perché pretendeva che lei pulisse la cenere che lui aveva buttato per terra. La piccola, Martina prende il cellulare della mamma e scrive 113. Poi tutte e tre vanno sul balcone con questo cartello con scritto help

E anche noi questa settimana vi avevamo raccontato la drammatica vicenda, che però poi ha avuto un lieto fine, con le bimbe che dal balcone hanno chiesto aiuto per la loro mamma, massacrata di botte in casa da suo marito.

Leggi qui >>>> A Reggio Calabria tre bimbe scrivono HELP su un foglio per chiedere aiuto per la loro mamma maltrattata

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