Potrebbe esserci un metodo per correre di più del solito? Seguendo quanto è venuto fuori da uno studio sì e sarebbe del tutto insolito. Partiamo subito con il dire che questo studio è stato pubblicato da una rivista online che si chiama Nature Metabolism, firmato da dei ricercatori cinesi. Lo studio è stato fatto analizzando il comportamento dei topi, a contatto con il cibo, che durante il giorno sono soliti dormire in quanto sono degli animali notturni. Così i topi sono stati divisi in gruppi ben distinti: quelli che sono stati nutriti di notte, quando di solito sono svegli, e quelli nutriti durante il giorno quando invece dormono.
E’ stato proprio quest’ultimo il gruppo di topi che ha dato dei risultati più interessanti da analizzare per i ricercatori. Aggiungiamo anche il fatto che c’è stato un terzo gruppo di cavie a cui il cibo era concesso sia di giorno che di notte. Ma torniamo ora a quello che ne è venuto fuori.
Cosa è emerso dallo studio: mangiare di notte per correre di più?
I ricercatori hanno avuto modo di studiare il fatto che i topi che si sono nutriti di giorno, nell’orario in cui di solito dormono, sono stati in grado di arrivare quasi al raddoppio dei tempi e delle distanze di corsa, rispetto alle altre cavie che invece hanno mangiato di notte, quando sono solitamente svegli, oppure quelle avevano libero accesso al cibo a qualsiasi ora. Chiaramente sappiamo tutti che i topi sono degli animali notturni ma “nutrirli durante il giorno, fattore che ha comportato enormi miglioramenti nella resistenza alla corsa, sarebbe come se agli esseri umani fosse concesso di mangiare solo di notte e digiunare durante il giorno. I ricercatori hanno sottolineato che sono necessari ulteriori test per vedere se questo tipo di dieta limitata nel tempo avrebbe benefici simili per la resistenza umana” è scritto su Running Magazine.
Questo studio pone l’attenzione su vari aspetti, chiaramente. Tra questi c’è il fatto che i ritmi di routine quotidiana che ogni persona ha, è molto importante in fatto di metabolismo e di prestazioni fisiche. Non solo però. La ricerca pone l’attenzione anche su quello che chiamiamo digiuno intermittente: “Alcune indagini hanno scoperto che limitare costantemente il consumo di cibo a determinate ore del giorno (come il popolare piano 16:8, che prevede 16 ore di digiuno e una finestra di otto ore per mangiare), può aiutare a migliorare il metabolismo ma alcuni esperti hanno avvertito che correre a digiuno può influenzare negativamente i livelli di energia, la regolazione ormonale e la densità ossea nei corridori”.