Si può mangiare il tonno in scatola durante la gravidanza? Cerchiamo di capire quali sono i rischi legati al consumo di questo alimento.
Il tonno in scatola è un alimento ampiamente usato e apprezzato in molte zone del mondo. Esso è infatti facile da usare e versatile, inoltre in alcune aree se ne produce a sufficienza da abbassarne i costi.
Risulta un alimento facilmente spendibile poiché si può consumare in purezza, ad esempio all’interno di insalatone, oppure come ingrediente di preparazioni più complesse, ad esempio per primi o secondi piatti (buono il polpettone di tonno!).
Eppure al consumo di tonno in scatola sono connesse non poche problematiche, sia da un punto di vista ambientale che della salute personale. Spesso l’allevamento o la pesca di tonno può essere causa di problemi agli ecosistemi.
Tonno in scatola in gravidanza: quali sono i rischi se se ne consuma troppo?
Inoltre bisogna considerare che, pur essendo una buona fonte di nutrienti (ad esempio vi troviamo la vitamina D), nel tonno in scatola troviamo alte concentrazioni di grassi e sodio. Per non parlare della presenza di mercurio! Ebbene sì, il tonno in scatola è famoso per essere uno dei pesci in cui si trova la maggior concentrazione di mercurio.
Tanto da aver portato la Commissione Europea ad alzare i limiti di tolleranza del mercurio solo per questa tipologia di pesce. È dunque lecito chiedersi: quanto ne posso consumare? E, soprattutto, il tonno in scatola si può mangiare in gravidanza? Essendo un alimento cotto, il tonno in scatola può effettivamente essere consumato.
Ma per evitare rischi connessi a sodio, grassi e concentrazione di mercurio è sempre bene mangiarlo con moderazione. In particolare si consiglia un consumo di non più di una volta a settimana e in porzioni di massimo 150 grammi. In altre parole, pur non comparendo nella lista degli alimenti assolutamente vietati, il tonno in scatola necessita di alcune accortezze. Ad esempio per evitare l’esposizione del feto a concentrazioni troppo alte di metalli pesanti.
Non è un segreto, infatti, che il mercurio (così come altri metalli pesanti) possa provocare danni anche seri nello sviluppo cognitivo. In particolare può apportare danni al sistema nervoso centrale, ritardi nello sviluppo e nei riflessi, deficit cognitivi e comportamentali, riduzione del QI, problemi alla vista e/o all’udito e rischio di nascita prematura.
Lungi dal voler fare allarmismo, con questo articolo si vogliono esporre solo alcuni rischi legati a un consumo massivo di alimenti contenenti mercurio. Nonché consigliare moderazione nel consumo di tonno in scatola: buono sì, ma non troppo!