Ci sono le testimonianze di decine di ragazze, c’è anche la prima denuncia formale. E ci sono anche dei video girati da testate giornalistiche che possono dimostrare quanto realmente successo a Rimini, durante il raduno degli Alpini. E questo caso, continua a fare scalpore. Non è mai facile, parlare di molestie, non è mai facile evitare che si faccia di tutta l’erba un fascio, questo è chiaro. Ma è altrettanto vero che decine di donne non si svegliano la mattina pensando di accusare qualcuno, per le molestie subite. Una ragazza di 26 anni ha deciso di denunciare, e insieme al suo avvocato ha raccontato tutto quello che le è successo, con orari e indicazioni precise che potrebbero permettere anche di rintracciare gli autori delle molestie, grazie ai tanti video.
Dopo le parole di condanna del ministro della Difesa Lorenzo Guerini (“comportamenti gravissimi da non sottovalutare”) intanto sul caso delle molestie interviene la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. Non usa parole meno dure: “Quanto è accaduto, quanto viene riportato dalla cronaca è gravissimo, inaccettabile per le istituzioni e in particolare per uomini che sono e devono essere al servizio dello Stato. L’Italia si fonda sulla piena parità di genere e quindi deve ripudiare con forza quella sub-cultura di prevaricazione del maschile nei confronti del femminile. Quell’utilizzo del femminile come un oggetto che non è davvero compatibile con i principi costituzionali”.
Cosa succederà nei prossimi giorni dopo le tante testimonianze di donne che hanno raccontato di aver subito delle molestie durante il raduno degli Alpini a Rimini? E’ difficile da immaginarsi ma qualcosa si muove. “Vogliamo la sospensione delle adunate annuali degli alpini per 2 anni”. Dopo la denuncia sulle molestie durante l’Adunata degli Alpini a Rimini, ha raccolto 11mila firme in 12 ore la petizione online lanciata su Change.org ( e il numero delle firme cresce di ora inoda) da Micol Schiavon per chiedere la “sospensione di tutte le adunate, a causa delle molestie verificatesi nelle città ospitanti”.
Come ricorda l’autrice della petizione, “non è la prima volta che questo accade: ogni anno emergono episodi di questo genere eppure continuiamo ad accettare che questo evento abbia luogo, rendendo ancora più insicure le strade delle città italiane per le donne e per le minoranze”. La richiesta prosegue, si chiede di “sospendere per due anni le adunate degli Alpini in modo tale da dare un chiaro segnale che in quanto cittadini non siamo più disposti ad accettare un comportamento simile, svilente per le donne e per tutte le minoranze. Vogliamo che tutti si sentano liberi di occupare le città senza sentirsi minacciati e in pericolo. E’ necessario che il Consiglio degli Alpini prenda dei seri provvedimenti, soprattutto in materia di rieducazione riguardo ai diritti umani: le scuse non sono più sufficienti.”
Elena Bonetti parla a Rai News24: “La mancanza di rispetto, la violenza usata, se accertato quello che è emerso, è un atto su cui non solo ci deve essere la denuncia, ma deve diventare ulteriormente un impegno per accertare le responsabilità e punirle come previsto dalla nostra legge e far sì che quella subcultura di prevaricazione, che è il terreno più fertile della violenza e dell’abuso, sia definitivamente rimosso dal nostro Paese”.
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