Minacce all’arbitra: la 17enne è una compagna di scuola di Giulia Cecchettin, ha il suo banco

Una ragazza di 17 anni stava arbitrando una partita di basket, in quanto registrata come arbitro federale della pallacanestro italiana. La giovanissima donna stava facendo il suo lavoro quando uno tra i presenti nel pubblico del match in questione ha iniziato ad insultarla. Gravi le frase pronunciate dall’uomo: “Devi fare la fine di quella di Vigonovo”. Il riferimento è chiaramente alla morte di Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato ora in arresto, Filippo Turetta. Il papà della ragazza ha deciso di sporgere denuncia per quello che è accaduto ma questa storia è quasi da non credere. Il motivo? L’arbitra frequenta la stessa scuola in cui andava Giulia Cecchettin ed è seduta proprio al suo banco…

Giovane arbitra minacciata: “Devi fare la fine di quella di Vigonovo”. Lei è seduta al banco di scuola di Giulia Cecchettin

Quando il papà della 17enne si è presentato agli agenti della Digos di Padova, ha spiegato che, quasi per una ironia di sorte, sua figlia è seduta nello stesso identico banco in cui sedeva la povera Giulia Cecchettin. Le due ragazze, infatti, non solo frequentavano la stessa identica scuola (il Tito Livio a Padova) ma l’arbitra di basket si ritrova ad essere nella stessa aula che un tempo ospitava la classe di Giulia, nonché seduta allo stesso banco della Cecchettin.

Daspo per il tifoso che ha insultato l’arbitra minorenne

Come vi abbiamo spiegato, il papà della giovanissima, ha deciso di denunciare. La querela dell’uomo ha portato all’identificazione dello spettatore della partita. Si tratta di un tifoso della squadra del Cittadella, nonché il padre di uno dei giocatori del team in questione che, per quel match si trovava in trasferta, ospite del Camin. Nel dettaglio, si tratta di un uomo di 50 anni, residente a Camposampiero, proprio vicino a Padova. Ricordiamo che oltre a insulti di vario tipo, il signore ha fatto un riferimento molto grave alla morte per femminicidio della giovane Giulia. Si parla di minacce tanto che Marco Odorisio, il questore i Padova, ha optato per il Daspo di una durata di cinque anni. L’uomo, dunque, non potrà essere presente in nessun assetto sportivo, in nessuna città o paese per tutto il territorio nazionale.

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