La febbre potrebbe non essere dovuta all’influenza soprattutto se ricorrente. C’è una patologia che colpisce 1 bambino su 10 mila da approfondire.
I genitori sanno bene che anche i virus vanno all’asilo. Raffreddori e febbre sono molto frequenti nei primi anni di vita dei bambini perché il sistema immunitario è ancora inesperto. Ci sono dettagli, però, a cui prestare attenzione per riconoscere una patologia specifica.
I virus in circolazione sono numerosi e per i bambini è più facile essere contagiati dato che prestano poca attenzione a non mettere oggetti in bocca, agli starnuti, ai colpi di tosse degli amichetti. I genitori sanno che non appena inizieranno a frequentare l’asilo i figli cominceranno a raffreddarsi e ad avere la febbre più spesso ma ci sono casi in cui il malessere legato in apparenza all’influenza nasconde, in realtà, una vera e propria patologia.
Si chiama PFAPA ed è una febbre periodica con placche, afte al cavo orale e linfadenite non legata ad un virus. Parliamo di una malattia autoinfiammatoria descritta per la prima volta nel 1987 con il nome di Sindrome di Marshall. Le cause di questa sindrome sono ancora sconosciute. Ciò che è certo è che durante l’episodio febbrile il sistema immunitario si attiva causando uno stato infiammatorio generalizzato che origina i sintomi.
Spesso scambiata per una influenza, la PFAPA è una malattia molto più subdola (simile al Covid) che complica la vita familiare. I sintomi sono febbre alta, anche 40°, per quattro o cinque giorni, placche alla gola e tonsille ingrossate, afte in bocche, dolori articolari e un senso di malessere generale. Vedendo le placche in gola molti pediatri prescrivono l’antibiotico non rendendosi conto dell’inutilità del medicinale. Non ci sono batteri né virus che attaccano l’organismo.
Come detto è una sindrome autoinfiammatoria, non contagiosa, che non richiede antibiotico. I sintomi passano da soli dopo qualche giorno. I genitori possono somministrare la Tachipirina quando la febbre diventa molto alta ma non ci sono altre cure. In realtà viene usato il Bentelan da 1 mg per far sparire i sintomi nel giro di tre ore. Questo del cortisone è una sorta di prova del nove che i medici fanno per diagnosticare la PFAPA. Se una volta assunto il bambino torna a stare bene entro poche ore allora è PFAPA.
Purtroppo non è consigliato somministrare il farmaco ad ogni episodio perché è stato accertato come bloccare la malattia comporti una manifestazione ancora più forte e ravvicinata nel tempo. Parliamo di episodi ricorrenti a distanza di venti giorni circa gli uni dagli altri. Tanti piccoli pazienti devono sopportare 14/15 episodi febbrili pesanti in 12 mesi (pensate avere 14 volte il Covid in un anno). Capiamo bene come la PFAPA possa incidere negativamente sulla vita familiare.
In più una volta diagnosticata saranno programmate visite reumatologiche ogni sei mesi per controllare la crescita e il benessere del bambino. Tra un episodio e l’altro il piccolo può condurre una vita normale e tornare subito alle sue attività ma quando la sindrome autoinfiammatoria si manifesta saranno cinque giorni di febbre alta e dolori. Concludiamo dicendo che la PFAPA si manifesta solitamente prima dei 5 anni e che la condizione benigna regredisce con il passare degli anni anche se sono stati descritti casi di adulti che sono tornati a manifestare i sintomi.
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