La storia della piccola Zohra ha fatto nelle ultime ore il giro del mondo. E’ partita dal Pakistan ma è stata raccontata dai media statunitensi, da quelli asiatici e da quelli europei. Poche ore fa è arrivata anche sulle pagine di tutti i siti italiani, dei giornali che hanno deciso di raccontarla. La storia è quella di una bambina si soli 8 anni. Una piccola donna, perchè se in Italia, a quell’età l’unico compito di una bambina è quello di studiare, fare i compiti e giocare con le bambole, in altre parti del mondo le cose vanno in modo diverso. La piccola Zohra aveva già un lavoro. Non è bastato a renderla una bambina da rispettare, da proteggere. La piccola Zohra è morta, per un motivo assurdo.
La storia di Zohra ha commosso il mondo che oggi le rende omaggio sui social con l’hashtag #JusticeForZohraShah. Il ministro pakistano per i diritti umani, Shireen Mazari, ha dichiarato di aver ordinato un’indagine sulla morte della ragazza.
Badava a un bambino di un anno di una ricca famiglia di Rawalpindi, in Pakistan. In cambio di un piccolo aiuto domestico un ricco uomo d’affari e sua moglie, da poco diventati genitori, le avevano promesso che avrebbero provveduto alla sua istruzione, l’avrebbero mandata a scuola, un miraggio nel poverissimo villaggio del Punjab in cui viveva. In realtà la bambina a scuola non c’è mai andata, ma ha solo lavorato, ore su ore. Nessuno rispettava quella promessa. Non le si permetteva di avere una istruzione, quella che forse le avrebbe cambiato la vita per sempre.
E un giorno per caso, o forse no, accade una cosa che cambia tutto. La bambina stava dando da mangiare a dei pappagalli in gabbia. Forse non si è accorta del loro essere irrequieti e questi sono scappati, o forse quella celletta della gabbia lei l’ha aperta per pietà. Di certo non si sarebbe mai aspettata che questo gesto, le costasse la vita. I suoi “datori di lavoro” l’hanno picchiata e torturata per ore.
A otto anni, Zohra è morta in ospedale. Le lesioni al viso, alle mani, sotto la gabbia toracica e alle gambe erano troppo gravi e i medici sospettano che potrebbe esserci stata violenza sessuale. Secondo quanto riferiscono i media asiatici, gli assassini sono oggi in custodia cautelare: hanno ammesso di averla pestata per quei pappagalli volati via.
La storia di questa bambina ha commosso il mondo intero, a poche ore dalla vicenda arrivata sempre dall’Asia, quella dell’elefantessa morta a causa delle ferite riportate dopo aver mangiato un ananas con i petardi. Pensavamo che tutto il dolore provato in questi ultimi mesi a causa del maledetto coronavirus ci avrebbe cambiati, resi migliori. E invece, siamo restati come prima, nel migliore dei casi, peggiorati in grande percentuale.
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