In questi anni in tv, sui giornali, sul web abbiamo letto frasi a affetto come Chi ti ama non ti picchia, dopo il primo schiaffo ce ne sarà un altro, sei la sua donna non la sua crocerossina non lo salverai mai. Eppure ogni tre giorni in Italia, una donna viene uccisa, ogni giorno decine di donne denunciano violenze che subiscono quasi sempre in casa. Decine di donne concedono una seconda, una terza, una quarta possibilità e accettano un ultimo dannato appuntamento, il famoso chiarimento. Sia ben inteso: nessuno potrà mai dire che una donna se l’è cercata, che lo sapeva, lo ha sempre saputo eppure ci è ricascata. Perchè nessun uomo è mai e mai potrà essere giustificato per un crimine, per un reato, per una violenza e una donna accusata di esser stata poco forte. Perchè anche la donna più fragile va tutelata e protetta e mai meriterebbe la morte. Non la meritava di certo Alessandra Matteuzzi di cui si sta parlando ancora, giustamente, in questi giorni anche in tv. Con la speranza che l’ennesima testimonianza, quella di chi resta, nel caso di Alessandra della sorella, possa essere da monito.
Stefania, la sorella di Alessandra, oggi a Domenica IN ha raccontato drammaticamente i mesi che hanno preceduto la morte di sua sorella. Che il suo ex fosse pericoloso, era chiaro, tanto che un mese prima dell’omicidio, Alessandra presenta una denuncia. Sua sorella gliela aveva detto da tempo, aveva capito il grande pericolo che quel ragazzo rappresentava e aveva scelto un modo drastico, per cercare di far cambiare idea alla 56enne, per farle capire che doveva troncare, ma in modo definitivo. Aveva smesso di parlarle, l’aveva bloccata con la speranza che trovandosi da sola, Alessandra finalmente avrebbe deciso di dire basta. Ci ha provato Alessandra con la denuncia, raccontando poi tutto a sua sorella e ricucendo lo strappo. Ma il suo ex era troppo insistente e faceva cose che lei non poteva fermare, come il giorno prima dell’omicidio. Se l’è ritrovato lì, a Bologna, aveva preso un aereo dalla Sicilia. Ha ceduto Alessandra, convinta che se non avesse accettato di uscire con lui le avrebbe fatto del male. Pensava che poche ore passate insieme lo avrebbero calmato, che poi se ne sarebbe ritornato a casa, prendendo un maledetto aereo. Racconta tutto a Stefania, va da lei. Ha paura. Sua sorella la prega di fermarsi a dormire con lei, si sente più sicura ad averla lì, può proteggerla. Ma Alessandra ha i suoi cani, vuole tornare a casa convinta che il suo ex, visti gli impegni con la sua squadra di calcio in Sicilia, ne sarebbe andata. In fondo, il giorno prima, gli aveva dato quell’ultima possibilità, di mettere fine in pace a tutto, di lasciarsi senza litigi e problemi. E invece il suo ex non è in Sicilia, la sta aspettando sotto casa e la uccide barbaramente con un martello, poi la colpisce con una panchina. Non sono dettagli macabri quelli che raccontiamo ma la realtà dei fatti. Della furia umana, della crudeltà, della cattiveria che può indurre un uomo a prendere una panchina e a lanciarla contro chi si diceva di amare.
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