Sotto la lente dell’inchiesta “Mapping Diversity” condotta dallo European Data Journalism Network emerge un dato allarmante riguardo alla presenza delle donne nella toponomastica delle grandi città europee. Solo il 9% delle strade intitolate a persone è dedicato alle donne, un numero estremamente ridotto che evidenzia una persistente disparità di genere nella rappresentazione urbana. Ovviamente se la situazione in Europa è preoccupante, le cose non vanno meglio in Italia.
Lo studio ha analizzato attentamente 145.933 strade di 30 importanti città europee, che si estendono su 17 diversi paesi membri dell’Unione Europea o in fase di candidatura. Grazie alle mappe interattive disponibili sul sito del progetto, è possibile esplorare l’Europa strada per strada, scoprendo le poche storie femminili che hanno ottenuto il riconoscimento toponomastico.
Quante vie e strade in Italia sono dedicate alle donne?
Le città italiane esaminate nella ricerca presentano percentuali ancora più basse di vie intitolate alle donne. A Milano ad esempio, su un totale di 2677 strade dedicate a persone, ben il 94,2% porta il nome di uomini. Sono solo 135 le strade che onorano figure femminili, tra cui la filantropa Laura Ciceri Visconti (1768-1891), la filosofa rivoluzionaria Rosa Luxemburg (1871-1919), l’indimenticabile Maria Callas (1923-1977) e l’architetta Lina Bo Bardi (1914-1992). Fra i nomi femminili più comuni, spicca quello di Maria, la madre di Gesù. Altri nomi ricorrenti appartengono a sante, con l’eccezione della regina Margherita di Savoia. Tra le personalità non legate alla religione o all’aristocrazia, la scrittrice Grazia Deledda (10 strade in totale a lei intitolate) si posiziona al primo posto della lista.
A Roma, la situazione non è molto migliore, con solo il 7,1% delle vie intitolate a donne. Anche a Torino, questa percentuale scende al 5,4%, mentre a Palermo e Genova raggiunge rispettivamente l’8,1% e l’8,2%.
Questi dati allarmano e mettono in evidenza la necessità di una riflessione profonda sulle disparità di genere presenti nella toponomastica delle città europee. Le strade sono uno specchio della società e l’attuale scenario dimostra una netta sproporzione nella rappresentazione delle donne, che rischia di contribuire alla persistenza di stereotipi e disuguaglianze di genere nella società.
È fondamentale che le istituzioni, le amministrazioni locali e la società nel suo complesso si impegnino a rendere omaggio alle figure femminili che hanno contribuito in modo significativo alla storia, alla cultura e al progresso delle comunità. Promuovere una maggiore diversità nella toponomastica urbana non solo offre un riconoscimento meritato alle donne, ma contribuisce anche a costruire una società più equa e inclusiva per tutti. Tra l’altro di donne, anche italiane, che meritano di avere una strada dedicata ce ne sono e anche tante. Imprenditrici, scienziate, donne di cultura e spettacolo. Donne che hanno sacrificato la loro vita e che sono state vittime di mafia, ad esempio. Donne barbaramente uccise. Ci sarebbero migliaia di nomi per le nuove strade, migliaia di donne che dovrebbero essere ricordate.