A me non interessa fare nomi, dare indicazioni o altro. Interessa però continuare a ribadire un concetto: le donne sono le prime nemiche delle donne. Nessuna solidarietà mai, sempre giustificazioni. Eppure basterebbe una semplice azione: delle scuse. In una società così malata ci si può aspettare davvero di tutto, anche che la compagna di un uomo, accusato di aver molestato una giornalista davanti allo stadio, se ne esca con una intervista dicendo che è un “burlone”. Un burlone si, avete capito bene. Se se un burlone anche a le domani, mentre è alla cassa a fare la spesa, desse una pacca sul sedere? E se un domani un uomo sul bus desse una pacca sul sedere a sua figlia? Ne parlerebbe come di un burlone? E’ davvero assurdo oggi continuare a leggere queste frasi, queste parole. C’è chi continua a dire che Greta paga il fatto di essere bella. C’è chi dice che una pacca sul sedere non è violenza. Sono le stesse persone che poi il 25 novembre condividono sui social le frasi sulla violenza contro le donne. Sono le stesse persone che si indignano poi per un femminicidio ma che non reputano queste sopraffazioni, una violenza. Purtroppo è ormai sempre più spesso si ci rende conto che il problema sta alla base di tutto: è l’educazione. Perchè se io fossi stata la madre di quell’uomo, mi sarei sentita mortificata, avrei pensato di non avergli dato nessun valore. Perchè se io fossi stata la compagna di quell’uomo, vedendo quel gesto, lo avrei lasciato? Forse si? Lo avrei giustificato? Assolutamente no. Avrei denunciato, avrei chiesto scusa anche da parte sua. Perchè mi sari vergognata, avrei provato imbarazzo e mai avrei giustificato, neppure se decine di avvocati mi avessero detto che quella poteva essere la cosa migliore da fare. Manca l’educazione familiare, ma anche la paura di deludere le persone che ci sono accanto. Perchè mancano i valori come il rispetto, l’educazione, la stima. Perchè se una persona vicina a me si permettesse di fare qualcosa di simile, saprebbe che non avrei più la voglia di parlarci, di confrontarmi. Non c’è confronto. Su queste tematiche non ci sono opinioni: c’è la cosa giusta da fare, c’è la cosa sbagliata da condannare. E qui si può solo che condannare.