Shein vestiti e prodotti tossici: la ricerca che allarma

Negli ultimi anni, il fenomeno del fast fashion ha guadagnato una popolarità senza precedenti, offrendo abiti alla moda a prezzi accessibili. Tuttavia, questa industria ha spesso suscitato preoccupazioni non solo per le sue implicazioni etiche e ambientali, ma anche per la salute dei consumatori. Un recente studio pubblicato sulla rivista tedesca Öko-Test ha messo in luce una problematica preoccupante: molti capi di abbigliamento venduti dal noto rivenditore online Shein contengono materiali tossici che potrebbero rappresentare un serio rischio per la salute.

Shein: un Gigante del Fast Fashion

Shein è diventato un colosso nel mondo del fast fashion grazie a una strategia di prezzi bassi e una vasta gamma di prodotti che attraggono un pubblico giovane e attento alle tendenze. La velocità con cui Shein introduce nuovi stili e collezioni è impressionante, grazie a una filiera produttiva altamente efficiente. Tuttavia, la mancanza di trasparenza e le crescenti accuse di pratiche poco etiche hanno sollevato molte preoccupazioni. Non solo questa problematica. Ogni giorno arrivano decine di segnalazioni anche da chi accusa il colosso cinese di aver riprodotto vestiti e accessori, ispirandosi, per non dire copiando, intere collezioni. L’algoritmo studiato da chi ha lavorato alla creazione di Shein è rapidissimo. In poche ore sul sito si trovano prodotti identici a quelli lanciati durante una sfilata. Tutto quello che è un trend, su Shein è reperibile a un prezzo stracciato. Era prevedibile che con un costo così basso, la qualità era altrettanto scarsa.

I risultati dello Studio di Öko-Test

Öko-Test, una rivista tedesca nota per i suoi rigorosi test su prodotti di consumo, ha recentemente condotto un’analisi su diversi capi di abbigliamento venduti da Shein. I risultati sono stati allarmanti: molti articoli contenevano sostanze chimiche pericolose in concentrazioni superiori ai limiti consentiti dalle normative europee. Tra queste sostanze sono stati trovati:

  1. Ftalati: spesso utilizzati per ammorbidire le plastiche, i ftalati sono noti per i loro effetti negativi sul sistema endocrino umano e sono stati associati a problemi di sviluppo nei bambini.
  2. Formaldeide: una sostanza chimica utilizzata per prevenire le pieghe negli indumenti, ma classificata come cancerogena dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).
  3. Metalli Pesanti: come cadmio e piombo, che possono causare una serie di problemi di salute, tra cui danni renali e neurologici.

Lo studio di Öko-Test ha evidenziato preoccupanti dettagli riguardo ai materiali utilizzati nei capi di abbigliamento di Shein. In un test di laboratorio, un abito per neonati ha rilasciato antimonio in una soluzione che simulava il sudore. Questa sostanza è nota per la sua tossicità: i residui di antimonio possono essere assorbiti attraverso la pelle e, se entrano nel sangue, risultano altamente tossici. Un ulteriore campanello d’allarme è stato lanciato con la scoperta di dimetilformammide in un capo destinato agli adolescenti. Questa sostanza è classificata dall’Unione Europea come potenzialmente pericolosa per la fertilità, evidenziando ulteriori rischi per la salute dei giovani consumatori.

Non solo abbigliamento: anche le calzature vendute da Shein non sono esenti da problematiche. Due paia di scarpe testate sono risultate le più tossiche tra tutti i prodotti analizzati, contenevano sostanze chimiche che si pensava fossero scomparse dalla produzione tessile. Ad esempio, in un paio di scarpe sono stati rilevati livelli di piombo e cadmio che superavano di gran lunga i valori soglia stabiliti dal regolamento europeo Reach. Il piombo è noto per la sua neurotossicità e tossicità per la riproduzione, mentre il cadmio, se accumulato nel corpo in grandi quantità nel tempo, può causare gravi danni ai reni e alle ossa. Questi risultati sottolineano la necessità di una maggiore attenzione e regolamentazione nella produzione di abbigliamento e accessori, soprattutto quando si tratta di articoli destinati ai gruppi più vulnerabili come neonati e adolescenti.

Implicazioni per la salute e l’ambiente

Le sostanze chimiche rilevate nei capi Shein non rappresentano solo un rischio per chi indossa questi vestiti, ma anche per l’ambiente. La produzione e lo smaltimento di abbigliamento contenente tali sostanze contribuiscono all’inquinamento del suolo e delle acque, oltre a rappresentare un pericolo per i lavoratori impiegati nella produzione.

L’esposizione prolungata a queste sostanze tossiche può portare a una serie di problemi di salute, tra cui irritazioni cutanee, disturbi ormonali, e in casi estremi, tumori. L’uso di questi materiali tossici è in contrasto con le crescenti richieste da parte dei consumatori di una moda più sostenibile e sicura.

La responsabilità dei consumatori e dell’industria

Mentre è fondamentale che i marchi di fast fashion, come Shein, siano chiamati a rispondere delle loro pratiche, anche i consumatori hanno un ruolo cruciale nel cambiare l’industria. Scegliere di acquistare da marchi che dimostrano un impegno verso la sostenibilità e la sicurezza dei prodotti può fare la differenza.

Inoltre, i governi e le organizzazioni di regolamentazione devono rafforzare le normative per garantire che i prodotti immessi sul mercato siano sicuri per i consumatori e per l’ambiente. La trasparenza nella filiera produttiva e la rigorosa applicazione degli standard di sicurezza possono aiutare a prevenire il verificarsi di situazioni simili in futuro.

Il caso Shein evidenziato da Öko-Test serve da monito per l’intera industria del fast fashion. Mentre l’accessibilità e la velocità sono attraenti per molti, la sicurezza e la sostenibilità non possono essere compromesse. È tempo che i consumatori, i produttori e le autorità di regolamentazione lavorino insieme per promuovere un’industria della moda che sia non solo alla moda, ma anche sicura e rispettosa del nostro pianeta e della nostra salute. Dobbiamo porci più spesso la domanda: ma se una T-shirt ci può costare meno di 2 euro, come è stata prodotta e che cosa dobbiamo aspettarci indossandola? Shein tra l’altro non è il solo colosso del fast fashion che produce accessori e capi di abbigliamento di questo genere. In Italia forse se ne parla ancora poco mentre negli Stati Uniti e in molti altri paesi, questo è un tema decisamente più caldo.

Il commento di Shein dopo la pubblicazione di questo studio

Lavoriamo a stretto contatto con agenzie di analisi internazionali di terze parti, come Intertek, SGS, BV e TUV, per effettuare regolarmente test che garantiscano la conformità dei fornitori ai nostri standard di sicurezza dei prodotti. Nell’ultimo anno, abbiamo condotto più di 400.000 test di sicurezza chimica con queste agenzie. I nostri fornitori sono tenuti a rispettare i controlli e gli standard che abbiamo messo in atto, nonché le leggi e i regolamenti sulla sicurezza dei prodotti nei Paesi in cui operiamo. SHEIN si impegna a lavorare a stretto contatto con le agenzie locali per la sicurezza dei prodotti, monitorando i cambiamenti e gli sviluppi delle leggi e delle normative sulla sicurezza e investendo nella continua ottimizzazione dei processi di conformità dei prodotti” si legge nella nota di Shein.

E ancora: “Quando veniamo a conoscenza di un reclamo, per prudenza rimuoviamo immediatamente il prodotto o i prodotti dal nostro sito web, mentre svolgiamo le adeguate indagini. Se viene poi verificata la non conformità, non esiteremo a intraprendere le opportune azioni di controllo con il fornitore del prodotto“.

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