La piccola anticoncezionale gratis? Si cambia tutto, un po’ come succede in Italia, dove nulla è mai certo e definitivo, fino a prova contraria. Il Consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco ha deciso di rimandare la decisione sulla gratuità del farmaco, richiedendo ulteriori approfondimenti. Il Comitato prezzi e rimborsi dell’Aifa aveva precedentemente approvato la decisione di rendere gratuita la pillola anticoncezionale, con un costo annuo stimato di circa 140 milioni di euro per lo Stato.
Questa decisione ha generato controversie immediate. Durante la riunione del Consiglio di amministrazione, non sono emerse indicazioni chiare dalle Commissioni consultive dell’Agenzia riguardo alle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, alle modalità di distribuzione e ai costi per il Sistema sanitario nazionale in vari scenari di attuazione del rimborso. Di conseguenza, il Consiglio ha rilevato che non sono presenti gli elementi essenziali per prendere una decisione definitiva.
Sono state proposte diverse ipotesi: ad esempio, rendere gratuita la pillola per tutte le donne in età fertile o solo per le donne che si trovano in condizioni economicamente svantaggiate, oppure limitare la gratuità alle giovani fino a 19/26 anni, come avviene in alcuni Paesi europei e in sei Regioni italiane che già offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale. Tuttavia, il Consiglio di amministrazione ribadisce la sua volontà di svolgere il proprio ruolo e di esprimere un parere completo non appena avrà a disposizione le informazioni richieste dalle Commissioni consultive.
Inoltre, il Consiglio si impegna a organizzare un tavolo di discussione con i ministeri competenti e la Conferenza delle Regioni. La gratuità della pillola anticoncezionale è già in vigore in alcune Regioni, come la Puglia, l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Toscana, la Provincia autonoma di Trento, mentre nel Lazio la misura era stata annunciata dalla giunta Zingaretti. Da tempo, la gratuità della pillola anticoncezionale è oggetto di dibattito politico e sociale, con posizioni spesso contrastanti. I detrattori considerano questo progetto contrario all’intenzione del governo di utilizzare i limitati fondi a disposizione per promuovere la natalità.
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