Le Olimpiadi di Parigi hanno visto un vero e proprio dramma sportivo sul tatami dell’Arena Champ-de-Mars. La pluricampionessa di judo Uta Abe, considerata una delle atlete più forti nella sua disciplina, è stata clamorosamente eliminata agli ottavi di finale dall’uzbeka Diyora Keldiyorova. Senza nessun dubbio la campionessa, era una delle favorite per la vittoria della medaglia d’oro e pensare che non abbia messo piede neppure nella semifinale, ci dà anche l’idea del peso che può aver avuto su Uta Abe, una sconfitta del tutto inattesa. E infatti, questa sconfitta inaspettata ha avuto un epilogo a dir poco commovente, segnando profondamente l’atleta giapponese e lasciando il pubblico interdetto. Le sue lacrime, le sue urla di disperazione, hanno fatto il giro del mondo. C’è stato persino un momento in cui tutti abbiamo pensato che Uta Abe si fosse fatta male, o che le stesse succedendo qualcosa di doloroso, fisicamente parlando. E invece, quelle urla che hanno fatto il giro del mondo, era urla di rabbia per la sconfitta. Una sconfitta che non ha potuto e voluto accettare l’atleta giapponese.
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Uta Abe, campionessa in carica in molte competizioni internazionali e battuta solo una volta dal 2016 fino ad oggi, è crollata dopo la sconfitta contro Keldiyorova. Un potente ippon a soli 58 secondi dalla fine ha deciso il match, lasciando Abe senza possibilità di recupero. Il pubblico, sorpreso dalla rapidità e da come questa sconfitta è maturata , ha assistito impotente al crollo emotivo dell’atleta.
Dopo la sconfitta, Uta Abe è crollata in una crisi di pianto inconsolabile. Il pubblico presente ha cercato di confortarla con applausi, ma il dolore della judoka era palpabile. Il suo allenatore è stato costretto a portarla via di peso dal tatami, evidenziando il peso immane delle aspettative e delle responsabilità che gravavano sulle sue spalle. Ha nascosto il viso la campionessa, quasi a non voler mostrare la sua sofferenza. Ma quelle urla, cos forti e strazianti, hanno davvero fatto il giro del mondo.
La scena ha assunto toni quasi tragici, come se Abe avesse perso non solo una competizione, ma anche la sua intera identità. La sua dedizione totale al judo sembrava averla isolata, e nella solitudine della sconfitta non riusciva a trovare sé stessa. La tristezza asciutta di una sconfitta senza troppi cerimoniali ha reso il momento ancora più angosciante.
La sconfitta di Uta Abe agli ottavi di finale delle Olimpiadi di Parigi resterà nella memoria come uno dei momenti più drammatici e commoventi della storia sportiva. L’eliminazione della favorita per la medaglia d’oro nella categoria sotto i 52 kg ha dimostrato che, anche per i più grandi campioni, la strada verso il successo può essere irta di ostacoli e momenti di profonda umanità. Ce lo hanno insegnato ieri anche le sconfitte delle nostre italiane, dal Judo al Fiorello, campionesse che potevano andare molto più in fondo e che invece, si sono fermate prima. Si scrivono comunque pagine di storia, non lo dimentichiamo, perchè essere alle Olimpiadi è già qualcosa di unico e speciale.
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