Tubercolosi: aumentano anche in Italia i casi, cosa c’è da sapere

La tubercolosi è una malattia infettiva causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis. Questo microrganismo colpisce principalmente i polmoni, ma può diffondersi anche in altri organi del corpo come il cervello, le ossa e i reni. La tubercolosi è una malattia molto diffusa in tutto il mondo e rappresenta una delle principali cause di morte tra le malattie infettive. Le cure per la tubercolosi sono basate principalmente sull’uso di antibiotici, ma il trattamento può essere lungo e complesso. In alcuni casi, può essere necessario l’utilizzo di farmaci combinati per prevenire la resistenza batterica. Inoltre, la tubercolosi può causare danni permanenti ai polmoni o ad altri organi del corpo.

Sono 230.000 le persone che si sono ammalate di tubercolosi nel 2021, pari a 25 casi per 100000 abitanti. Per la prima volta negli ultimi due decenni il tasso di incidenza è tornato a crescere aumentando dell’1,2% rispetto al 2020. Tra il 2020 e il 2021, è aumentato anche il numero dei resistenti alla rifampicina. In Italia nel 2021 sono stati notificati 2.480 casi di tubercolosi, ossia 4 per 100.000 abitanti. Un aumento del 11,3% rispetto ai 2.228 casi registrati nel 2020. Per quanto riguarda l’Italia, nel 2021 sono stati notificati 2.480 casi di tubercolosi, ossia 4 per 100.000 abitanti. Un aumento dell’ 11,3% rispetto ai 2.228 casi registrati nel 2020. L’età media dei nuovi casi di tubercolosi è di 54 anni, mentre l’età media dei nuovi casi di tubercolosi tra gli stranieri scende a 38 anni. I casi di tubercolosi di origine straniera sono 1.437 (57.9%), quelli non trattati in precedenza 1.686 (68,0%).

Tubercolosi: tutto quello che c’è da sapere

Per diagnosticare la tubercolosi, sono disponibili diversi test, tra cui la radiografia del torace, l’esame del muco e il test cutaneo della tubercolina. Inoltre, esistono nuovi metodi di diagnosi che utilizzano tecniche di biologia molecolare come la PCR (polymerase chain reaction) per rilevare il DNA del batterio.

Nonostante i progressi nella diagnosi e nella cura della tubercolosi, questa malattia rappresenta ancora oggi un grave problema di salute pubblica in molti paesi del mondo. La tubercolosi è ancora diffusa in molti paesi sottosviluppati, ma anche nei paesi industrializzati, la malattia continua ad essere presente e a diffondersi, soprattutto in alcune categorie di persone come i senza fissa dimora, gli immigrati o le persone con problemi di alcolismo o dipendenze da droghe.

Inoltre, la resistenza ai farmaci antitubercolari rappresenta una sfida sempre più grande nella lotta contro la tubercolosi. La resistenza batterica si sviluppa quando i batteri non vengono completamente eliminati dal trattamento antibiotico, permettendo loro di sopravvivere e riprodursi, diventando sempre più resistenti ai farmaci.

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “The Lancet” ha mostrato che la tubercolosi è ancora responsabile di circa 1,4 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo. Questo sottolinea l’importanza di continuare a investire nella ricerca e nella lotta contro questa malattia.

La tubercolosi rappresenta ancora oggi un problema di salute pubblica globale, che non può essere sottovalutato. Nonostante i progressi nella diagnosi e nella cura, la tubercolosi continua ad essere presente in molti paesi del mondo, rappresentando una sfida sempre più grande nella lotta contro le malattie infettive. È importante continuare a investire nella ricerca e nella prevenzione della tubercolosi per ridurre la sua diffusione e migliorare la salute delle persone colpite da questa malattia.

Che cos’è il test di Montoux

Il test di Mantoux, anche noto come test della tubercolina o PPD (purified protein derivative), è un test diagnostico utilizzato per individuare l’infezione da Mycobacterium tuberculosis, il batterio responsabile della tubercolosi. Il test di Mantoux viene eseguito iniettando una piccola quantità di derivato proteico purificato (PPD) del batterio Mycobacterium tuberculosis nella superficie interna dell’avambraccio. Dopo 48-72 ore, viene valutata la risposta immunitaria dell’organismo all’iniezione, osservando l’area di pelle interessata per verificare la comparsa di una reazione infiammatoria.

Una reazione positiva al test di Mantoux indica che l’individuo ha sviluppato una risposta immunitaria alla presenza del batterio Mycobacterium tuberculosis. Tuttavia, una reazione positiva non indica necessariamente la presenza di tubercolosi attiva, ma solo l’infezione da parte del batterio. In questo caso, ulteriori test possono essere eseguiti per determinare se l’infezione è attiva o latente. Il test di Mantoux è utilizzato principalmente per la diagnosi dell’infezione da Mycobacterium tuberculosis in persone ad alto rischio, come ad esempio i lavoratori sanitari, gli immigrati provenienti da paesi ad alta incidenza di tubercolosi, le persone che vivono o lavorano in ambienti affollati e le persone con malattie che compromettono il sistema immunitario.

Tuttavia, il test di Mantoux ha alcune limitazioni, come ad esempio la possibilità di falsi positivi o falsi negativi. Inoltre, la risposta immunitaria all’iniezione del PPD può essere influenzata dalla presenza di altre infezioni, come ad esempio l’infezione da HIV. Il il test di Mantoux è un importante strumento diagnostico per l’individuazione dell’infezione da Mycobacterium tuberculosis. Tuttavia, è importante interpretare i risultati del test in modo accurato e utilizzare anche altri metodi diagnostici per la conferma della presenza della tubercolosi attiva o latente.

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