Potrebbe arrivare un vaccino contro il tumore al seno triplo negativo. Le speranze sono tante e il passo potrebbe essere veramente importantissimo. Il cancro al seno triplo negativo è infatti uno dei tumori tra i più aggressivi e anche molti difficili da combattere e sconfiggere. Di solito ne sono affette donne molto giovani. Le cellule tumorali, in questo tipo di cancro, sono prive di recettori legati ai due ormoni, estrogeni e progesterone. Inoltre, le cellule non producono eccesso di proteina chiamata HER2, nonché recettore per la crescita epiteliare. Ma andiamo a vedere questo interessante studio sperimentale sul vaccino che regala nuove speranze.
Si tratta di un primo studio clinico sulla sperimentazione di questo vaccino che sarebbe una scoperta rivoluzionaria più che importante. Come specificato, il vaccino è ancora in una fase sperimentale. Eppure sembra dare delle buone speranze in quanto ha dato una risposta immunitaria interessante, senza degli effetti collaterali seri, in tutte quelle donne che si sono sottoposte al vaccino in questione. Vi dicevamo che il tumore al seno triplo negativo è davvero molto difficile da battere, anche perché le cure mirate non sono molte. Il vaccino però darebbe una significativa svolta a tutto ciò.
Delle fasi di test si sta occupando l’americana Anixa Biosciences Inc, insieme alla Cleveland Clinic, grazie pure a tutti i finanziamenti del Dipartimento della Difesa USA. A tal proposito, il dottor Amit Kumar, che è SEO e direttore della società biotecnologica che vi abbiamo sopracitato, ha spiegato che:
I dati del nostro studio di Fase 1 fino ad oggi hanno superato le nostre aspettative e siamo soddisfatti dei nostri progressi. Questo vaccino è progettato per indirizzare il sistema immunitario a distruggere le cellule tumorali del TNBC attraverso un meccanismo che non è mai stato utilizzato in precedenza per lo sviluppo di un vaccino contro il cancro.
Budd, medico della Cleveland Clinic ha poi aggiunto che:
C’è un ampio bisogno insoddisfatto di prevenire il TNBC, una forma aggressiva di cancro al seno con poche opzioni terapeutiche mirate disponibili. Siamo incoraggiati dai dati raccolti fino ad oggi e non vediamo l’ora di determinare la dose ottimale di vaccino in ulteriori corti di pazienti. La nostra speranza è che gli studi futuri dimostrino che le risposte delle cellule T antigene-specifiche che abbiamo osservato si traducono nella prevenzione delle recidive del cancro al seno.
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