Valentina Ferragni e l’outfit della discordia: chi siamo noi per giudicare?

Sei una influencer, sei una persona nota, lavori con l’immagine, con la scelta dei look, posti le foto on line, ti aspetti anche le critiche oltre che i complimenti. Tutto vero ma a volte, si va davvero oltre. Chi siamo noi per giudicare la scelta che Valentina Ferragni ha fatto per il party del suo compleanno? Non ha mica postato le foto della festa e ha chiesto se il suo look ci era piaciuto. Ha semplicemente postato delle immagini per festeggiare, per ricordare quel momento, perchè a lei quel vestito piaceva, perchè era soddisfatta di essere una persona normale, che non ritocca le foto solo per mostrare punto vita e fianchi standard. Le critiche sono sempre ben accette e si può anche dire che un vestito non ci piace. Non che non doni addosso a una persona o che forse poteva valorizzarsi di più con altro. Perchè ogni persona può scegliere che cosa le dona, che cosa le piace indossare. E’ una mentalità che tutti dovremmo iniziare ad avere, anche perchè passare il tempo a postare in rete commenti sotto le foto delle influencer, non ci renderà la vita migliore. Un esempio clamoroso di questa abitudine tutta italica di commentare “il come stava addosso a” e non l’abito di per se, è quello della calze di Emma Marrone quando a Sanremo aveva indossato un meraviglioso abito Gucci ma a detta di qualcuno, quei collant, non erano adatti a chi ha delle gambe importanti come la cantante salentina. Sta tutto qui il punto: noi siamo spettatori e possiamo giudicare l’abito. Possiamo dire che non era adatto per la serata, che forse rosso era più bello, che noi non avremmo osato. Ma non possiamo permetterci di giudicare le scelte di chi invece, ha preso la decisione di vestire in un modo, di truccarsi in un modo, di avere i capelli in un modo. “Auguroni per la festa, ma l’abito purtroppo non ti rendeva giustizia per niente. Peccato” si legge sotto le foto di Valentina Ferragni. E badate bene, potremmo tutti pensarlo perchè cambiare la nostra mentalità non sarà facile, ci vorranno decenni. Ma facciamo un passettino per volta: lo abbiamo pensato? Perchè dobbiamo poi anche scriverlo? E’ anche questo il nocciolo della spinosa questione. Nessuno ci ha chiesto nulla.

Ovviamente non tutti commentano nel modo sbagliato e proprio sotto lo stesso post, c’è un commento che rispecchia il punto di vista che tutti dovremmo avere: “Non mi è chiaro che problemi abbiano quelli che commentano che la tutina non le sta bene. Cosa se ne fa del vostro giudizio su come sta? Voi ora che avete detto la vostra dicendole che sta male vi sentite meglio?“. Il punto è proprio questo. In attesa di riuscire ad avere una mente così aperta da non porci neanche la questione di come stia questo abito addosso a una donna, potremmo iniziare dal non dover per forza scrivere, dire, commentare. Anche perchè non è una amica che ci ha chiesto un parere sincero, ecco. E anche in quel caso noi donne dovremmo ricordare alcuni principi fondamentali. Perchè è importante che una persona si senta bene con quello che indossa, che la faccia stare bene. Non che risulti bella o brutta agli occhi degli altri.

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